"Una Notte": l'alternativa ai "Cinepanettoni"
Il primo lungometraggio di
Toni D’Angelo parte da un assunto apparentemente, ma volutamente, già visto per arrivare a creare un’atmosfera che riesce a farsi presto apprezzare per la sua lineare procedura (e coerenza) narrativa oltre che per la nobiltà e la finezza dei suoi intenti autoriali.
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Una Notte", già uscito nel marzo di quest’anno in 5 sale tra cui il
Politecnico Fandango di Roma, narra di un manipolo di amici che si rivedono nella città che ha dato loro i natali in occasione della tragica dipartita di un coetaneo amico d’infanzia. Passeranno insieme la notte del titolo che si rivelerà (anche grazie all’incontro con il tassista che li condurrà per le buie strade della loro Napoli) l’occasione per conoscersi nuovamente, fare il punto della loro vita e forse ritrovare la strada perduta della loro esistenza. Sarà una notte importante e magica per tutti loro perché li riporterà a contatto con le loro più intime essenze di persone in distonia con la vita.
Si rivela in questo caso magico (come da bambini sembrava averci promesso per l’eternità) anche il natale di quest’anno per questo piccolo film che merita di continuare ad avere una sua visibilità; il
Filmstudio di Roma ha infatti deciso di mantenerlo in programmazione per le festività sino al 4 Gennaio 2009. In questa occasione, che rappresenta appunto un piccolo miracolo per il cinema italiano indipendente, abbiamo rivisto il film e successivamente incontrato il regista
Toni D’Angelo, che è si figlio del noto cantautore napoletano Nino ma ha saputo comunque inventarsi seguendo e perseguendo una personale strada professionale sicuramente degna di nota.
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L’idea della storia di Una Notte” ci ha confidato
Toni D'Angelo, “
nasce dall’osservazione di alcuni amici quarantenni che apparivano ai miei occhi ancora bambini e non abbastanza maturi nei loro atteggiamenti. Quando cresceranno?, mi sono chiesto. Ho pensato così che mi interessava raccontare la sconfitta del sito sociale della media borghesia della quale loro potevano essere l’esemplificazione. Il mio interesse principale è stato poi semplicemente quello di raccontare la vita vera, per questo motivo il film è fatto di momenti comici ma anche drammatici, di scherzi ma anche di resoconti esistenziali non certo idilliaci. Non una storia che ricerca direttamente una evoluzione quindi, ma anzi, semplicemente appunto, una notte della loro vita".
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Nel mio film”, ha continuato il giovane regista, “
ho cercato che la tecnica rimanesse al servizio della storia, per questo motivo ho fatto in modo di prediligere pochi movimenti di macchina e piccoli carrelli. Ho dato molta importanza alla fonica perché credo che un suono reale restituisca meglio l’impressione che la storia sia realmente accaduta. Inoltre non ho voluto rendere gli attori delle marionette di una sceneggiatura ferrea ma ho cercato che portassero un po’ di loro stessi nei personaggi che interpretavano; quindi mi sono preso la libertà di improvvisare un po’ sul set".
Il viaggio dei protagonisti nella notte del film, condotto non solo fisicamente dalla malinconica e spiccia ma saggia e autentica (e commovente) saggezza del personaggio del tassista interpretato da
Nino D’Angelo, riesce a diventare emozionante in più momenti, non solo quando i personaggi paiono, grazie ad un riacquistato barlume di lucidità, ritrovarsi e quasi comprendere cosa li ha fatti perdere per il mondo e smarrire quello che è davvero importante per la loro vita: la felicità cioè, l’innocenza che hanno perduto ma che forse non è mai tardi per ritrovare. Poi certo la notte sfiorisce nella luce vivida del giorno, e chissà se, dopo il funerale di Antonio, i cinque amici riprenderanno ad essere gli stessi di prima come se la notte passata insieme non gli avesse insegnato niente. Però intanto sicuramente qualcosa di diverso sarà successo, quello che magari in fondo non si potrà dimenticare facilmente, perché durante le ore passate insieme alla loro attenzione è riaffiorata certo la poesia e la loro voglia di sognare.
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Una Notte" non è stato immune da riconoscimenti e ultimamente il regista è stato infatti insignito del
Premio “Hollywood Party” per la migliore regia al
Batik Film Festival.
Toni D’Angelo si rivela infatti sicuramente, oltre che cineasta capace di uno stile personale, anche sceneggiatore di sensibile talento. Le interpretazioni degli attori (di certo ben diretti) sono tutte apprezzabili e a tratti toccanti.
Senza dubbio, tra tante imbarazzanti e pompose (prettamente natalizie) operazioni commerciali senz’anima (n.d.r. leggi l'articolo sul film di Aldo, Giovanni e Giacomo), il film di
Toni D’Angelo, girato in 35mm e costato comunque meno di 200.000 euro, è un piccolo gioiello di purezza incontaminata che cerca per la seconda volta una visibilità in un momento non certo favorevole al cinema degno di nota che cerca di imporsi. Noi, nella speranza che seguiate il nostro consiglio, certo non possiamo fare finta di niente ed evitare di consigliarvelo.
21/12/2008, 17:21
Giovanni Galletta