Per Il Cinema Italiano 2009: Sergio Rubini racconta il suo cinema
Il film "
La Terra" ha aperto la neonata manifestazione barese dedicata al cinema italiano, e la presentazione di un lungometraggio ambientato in Puglia, e diretto da un nativo, era sicuramente il modo migliore per augurare il meglio a questo evento che pare partito decisamente bene (e nel contesto di un lunedì non è certo cosa scontata).
A seguire infatti si è svolto l’incontro con
Sergio Rubini, e
Oscar Iarussi, presidente della
Film Commission Apulia che lo ha introdotto, si è dichiarato commosso nel vedere praticamente piena la sala che ha inaugurato il festival con la prima proiezione ed il dibattito seguente, precisando quanto la visione mattutina di un film continua a rivelarsi intrinsecamente dotata di un fascino e di una magia particolare.
Sergio Rubini ha successivamente ricordato, senza nascondere la sua emozione, l’importanza della manifestazione aperta oggi in quanto fondamentale per la crescita culturale di un luogo come la Puglia.
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La regione dove sono nato”, ha precisato il noto interprete, sceneggiatore e regista, “
per me è il teatro di posa di un sogno, dentro i miei film metto ciò che ero come pugliese e ciò che sono diventato allontanandomi e facendo rientro nella regione dove sono nato. Secondo me nessuno infatti si può sbarazzare di ciò che è stato; il presente non esiste, esiste solo il passato. Nei miei lavori comunque il Sud non è una scenografia ma un modo di essere. L’unica cosa che mi fa rabbia della mia terra e delle sue più prossime vicinanze è il fatto che facilita l’omologazione e l’appiattimento di qualsiasi sogno; a questo trovo sicuramente che sia necessario ribellarsi".
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Quando lavoro ad un mio film”, ha amato ricordare, “
conservo il massimo rispetto per un interprete non solo perché anche io lo sono. L’attore infatti non è una marionetta e anzi la propria visione arricchisce sempre il progetto; anche quando sto facendo un provino per un attore che magari non mi serve trovo a volte spunti per la realizzazione del progetto. Come regista cerco quindi di mantenere la personalità dell’interprete che uso integrandolo semplicemente, con meno forzature possibili, nella sceneggiatura che mi trovo a portare in immagini.
Mi sono ritrovato lanciato come artista dopo avere lavorato con Fellini, ma la fortuna principale della mia carriera è stata soprattutto quella di avere incontrato un produttore come Domenico Procacci che ha voluto che una piece teatrale come La stazione diventasse un film; è stato lui a permettermi di inventarmi e di progredire come cineasta”.
Questa sera, a precedere la proiezione di "
Il Piede di Dio" che sarà il primo lungometraggio ad essere presentato nella sezione “
anteprima”,
Sergio Rubini riceverà il premio per l’eccellenza artistica.
12/01/2009, 19:22
Giovanni Galletta