Note di regia del documentario "La Vera Storia di Juan Piras Perón"
Giovanni Piras e Juan Domingo Perón. L’Italia e l’Argentina.
Due realtà lontane che nel tempo si sono avvicinate e fuse l’una nell’altra. La leggenda mamoiadina che andremo a raccontare è viva ormai dagli anni ’50 e in più di cinquant’anni, nonostante gli sforzi di tanti, familiari, ricercatori e appassionati, nessuno è mai riuscito a dimostrarne la veridicità.
Non vogliamo risolvere questo enigma, il nostro scopo preminente è quello di raccontare la storia di due personaggi affascinanti e controversi, dalla vita avventurosa e misteriosa “Piras un uomo senza futuro e Perón un uomo senza passato” (per riprendere le parole di Graziano Deiana, sindaco di Mamoiada); una storia che tocca le nostre radici, che parla di emigrazione in un tempo in cui i nostri bisnonni e i nostri nonni erano costretti ad andare a cercar fortuna lontano, oltre confine, oltre l’oceano, e in quella terra, sconosciuta e ancora ostile, hanno dato vita ad uno dei Paesi più rigogliosi e ricchi del mondo.
Se l’intreccio è costituito dalle linee parallele della vita di Piras e di Perón, ad unirle sarà l’intervento e l’azione di altri due personaggi, Piero Salerno e Faustina Hanglin, il primo uno degli ultimi discendenti di Piras, e la seconda una ricercatrice che ha fatto di questa storia l’ennesima sfida da vincere.
Saranno proprio loro, con i loro caratteri completamente diversi, ma entrambi determinati e mossi dalla voglia di scoprire la verità su questo lontano e misterioso emigrante, a condurci per mano attraverso gli avvenimenti e le tante coincidenze che animano questa storia.
Saranno loro a stemperare i toni alti che si addicono ad un Generale, ex presidente di una delle nazioni più grandi del globo, e i toni malinconici che descriveranno la storia di questo giovane emigrante scomparso nel nulla nel dipartimento di Santa Fé; insieme ci porteranno a 3/28
conoscere i personaggi chiave di questa leggenda e insieme ci condurranno nei meandri di un’ardua ricerca, tra ipotesi diverse, porte sbattute in faccia e discussioni, con forza, determinazione e ponderatezza, perché entrambi vorrebbero scoprire la verità, ma, in fondo al cuore hanno paura che la verità, qualunque sia, possa andare a rovinare la magia di questo miracolo: un giovanissimo contadino dell’entroterra sardo che da solo diventa presidente di un enorme paese straniero.
Questo film-documentario, infine, non sarà affatto una panoramica lineare, illustrativa ma piatta, della vita di Piras e di Perón, ma un puzzle di dati, coincidenze, ipotesi e congetture che Piero Salerno e Faustina Hanglin, tra archivi e uffici, tra Italia e Argentina, andranno a comporre man mano durante l’intreccio; e lo spettatore, coinvolto in questo giallo pittoresco, talvolta arricchito di elementi ironici e surreali, parteciperà con suspense all’unione di tutti i tasselli che andranno a dipingere forse la verità, ma soprattutto il panorama di due paesi, un’Italia dalla quale si partiva, e che adesso è ancora legata e si preoccupa dei propri figli d’oltreoceano e un’Argentina che non dimentica le proprie radici, ricca di comunità italiane che tengono alto il proprio nome, dove si parlano ancora dialetti, qui ormai dimenticati e si mantengono vive tradizioni antiche del bel Paese, e su questo sfondo si muovono Piras e Perón, ora avvicinandosi, ora respingendosi, in un gioco continuo che sembra veramente essere stato costruito dallo stesso Perón mentre affermava: “Il passato non merita altro che il tradimento.”.
Chiara Bellini