Note di regia del documentario "I Colori dell'Abbandono"
Il viaggio che porta il gruppo dal carnevale della pentecoste di Berlino verso Pentadattilo diviene metafora di una dimensione spirituale che spesso ha inconsapevolmente motivato fenomeni migratori come quello meridionale degli anni 60/70, e che altrettanto spesso sono stati altrimenti interpretati.
Il viaggio è movente principale per una profonda ricerca di identità, che trova espressione massima nella stessa ricerca piuttosto che nei suoi risultati.
Partire da un luogo di trasformismo come il carnevale, massima espressione dell’annullamento, alla ricerca di identità e inseguendo storie ascoltate, lette o scoperte su fogli di carta, finire in un paese abbandonato, motiva il protagonista a fornire un nuovo senso alla propria musica, alla storia del paese abbandonato e ai colori del pittore sconfitto.
Una difficile e lunga vicenda produttiva ha progressivamente ridotto sempre più il budget a disposizione costringendo alcuni diretti protagonisti, in particolare il sottoscritto e Salvatore de Siena, protagonista e fondatore della band, ad intervenire direttamente nel disperato tentativo di non veder dissolvere il lavoro e le speranze profuse.
La casa di produzione SEBANDNIC, da me fondata, nasce recentemente con lo scopo di portare avanti il film stesso nella speranza che possa costituire un inizio per il proseguimento di ciò che da sempre, attraversando varie esperienze professionali, accademiche ed espressive, tento di fare: raccontare storie.
Paolo Taddei