Note di regia del film "Diverso da Chi?"
Il film “
Diverso da Chi?” rappresenta uno spaccato della nostra società e della sua sempre più rapida maturazione. Si entra dalla porta della quotidianità e si arriva sin dentro l’anima dei protagonisti.
L’omosessualità qui non è più percepita come universo estraneo e sospetto, ma come aspetto assolutamente connaturato alla società e, anzi, arricchente.
Il protagonista ci offre l’occasione di percorrere il travaglio dell’accettazione della propria identità sessuale, che muta, una prima volta, con la scoperta della propria omosessualità e, poi, una seconda, quando si trova a vivere le pulsioni dell’attrazione per una donna.
I personaggi principali della storia, a loro volta, si trovano a dover affrontare i terremoti dei sentimenti e a dover subire il corso degli eventi.
L’elite della politica soccombe sotto le spinte di una comunità che esprime la necessità, a volte spregiudicata, del “nuovo”. Si annullano le vecchie regole e riescono finalmente ad emergere, dal piatto grigiore, i soggetti della vita vissuta. Questo lo si vede accadere, senza indugiare su un racconto nel racconto. E così, una storia straordinaria e normale, offre allo spettatore uno specchio per valutare le proprie convinzioni di fronte alle vite degli altri. Solo uscendo dagli schemi si può conquistare la comprensione della complessità della vita e, a volte, basta guardare con occhi non imparziali, per scorgere quello che c’è di vero e profondo nella normalità delle nostre giornate.
Le emozioni dei personaggi sono la via su cui si dipana, con intensità, l’attualità dei temi proposti. I paradossi danno leggerezza ed ironia, senza cadere nel grottesco. È un film che farà certamente discutere. L’interpretazione, mette in luce gli aspetti psicologici dei personaggi. La messa in scena del quotidiano è spesso ricca di comicità. La leggerezza è il codice della comunicazione. Lo stile del film è leggero e candido, ma capace di non tradire l’intelligenza delle cose, restando pur sempre una commedia.
In "
Diverso da Chi?" abbiamo cercato uno stile nuovo di fare commedia. Per questo la scelta della “calligrafia” del film è indirizzata verso la raffinatezza non di maniera; i personaggi si muovono in ambienti che gli corrispondono e anche la fotografia non concede nulla alle “mode”. Abbiamo voluto avvolgere il pubblico in un’atmosfera di armonia, dando valore ai dettagli, come ad esempio la colonna sonora che, con il soul americano degli anni ‘60/’70, riconduce al periodo di grande fermento sociale e culturale: le proposte dei giovani, le rivolte dei neri, delle donne, la grande spinta verso l’abbattimento delle barriere… e forse è bene chiedersi se c’è ancora qualcosa per cui lottare.
Realizzare questo film ha voluto dire aprire un dialogo con il sentire del pubblico. Senza pretendere di incidere sulle coscienze, ma con l’ambizione di comunicare e mettere in risalto le realtà che ancora non vivono in piena luce.
Umberto Riccioni Carteni