Note del film "I Mostri Oggi"
Quando Age, Scarpelli, Maccari, Petri e Scola scrissero "
I Mostri" per Risi, raccontare i vizi, i guasti e le ciniche perversioni del popolo italiano che si affacciava allora al boom economico (era il 1963), fu una vera sorpresa. Tra le risate amare e le gag ferocissime che caratterizzavano quegli episodi, si annidava un messaggio occulto e inquietante: ATTENZIONE I MOSTRI SONO TRA NOI e IL MOSTRO, anzi, POTRESTI ESSERE TU!
Persone all’apparenza normali, integrate, in qualche caso addirittura integerrime, che si rivelavano essere dei veri mostri di egoismo, di opportunismo, di superficialità o di mera (ancorché umana) perfidia.
A quel film, una quindicina d’anni dopo, ne seguì un altro: "
I Nuovi Mostri" - girato a sei mani da Risi Monicelli e Scola - altrettanto graffiante e fortunato.
E oggi?, ci siamo chiesti, l’uomo moderno è cambiato? E’ cresciuto? Ha superato le piccole meschinità per arrivare ad essere animale Morale oltre che Sociale? Bah, mica tanto, ci siamo risposti. Anzi. I vizi e le contraddizioni di un mondo ormai ricco e industrializzato non sono poi così differenti da allora, né nella sostanza né nelle dinamiche psicologiche dei suoi protagonisti. Sono cambiate le tipologie, le patologie, i sogni e i bisogni che la nostra società impone, ma la mostruosità che vi si annida, quella è rimasta intatta.
E allora ecco i nostri mostri di oggi…
Una coppietta di camerieri d’albergo, ottimisti e sconsideratamente felici di vivere in un mondo di lupi...
Un divo della tivvù, tanto popolare quanto amato dal “suo pubblico”, che per il “suo pubblico” arriva anche a presenziare magnanimamente a cerimonie private come matrimoni, battesimi o funerali...
Un giovane che seduce e circuisce una giovane disabile facendole credere che sia lei il suo Unico grande Amore, quasi quanto La Magica Roma…
Una psicoanalista famosa e narcisista che deprime ancor di più un suo paziente affetto da mal di vivere …
Un vescovo sensibile e solerte che convince un uomo a non commettere peccato buttandosi nel Tevere …
Un padre moderno e aperto a tutto ma non ad un certo vizietto del figlio…
Una famigliola in partenza per la villeggiatura, costretta ad abbandonare il proprio cane in autostrada...
Un gruppo di golfisti snob che dall’alto del loro perbenismo borghese si piccano di essere dei gran signori…
Una vecchia nobile, arrogante e nostalgica, che, costretta in sedia a rotelle, maltratta il suo badante mentre passeggiano per Villa Torlonia rievocando i tempi che furono…
Due improbabili filantropi che cavalcando la retorica della solidarietà, accolgono sciaguratamente intere famiglie di extracomunitari…
Due genitori affettuosi ma indigenti che spingono la figlia a rinunciare al matrimonio e a mettere “la testa a posto”...
Una mamma amorevole ma profondamente frustrata, improvvisamente felice per un’ora di notorietà nel meraviglioso mondo della tivvù…
Un boss mafioso che si fa progettare una “seconda casa”, in realtà un bunker…
Un pirata della strada che si preoccupa del faro anteriore del suo SUV ignorando un ferito che giace sull’asfalto, due coniugi borghesi ed egoisti che lo raccolgono e lo caricano a bordo della loro automobile…
Tre fanciulle in fiore, che con la grazia e l’innocenza della loro tenera età, sognano solo di fare shopping negli inarrivabili negozi griffati…
Un gruppo di bagnanti felici che popolano allegramente una spiaggia del prossimo futuro …
Questi, in grandi linee, gli episodi che andremo a raccontare in questo allegro film dei giorni nostri,sperando di far ridere alle lacrime, ma anche di far riflettere un po’ su questo nostro mondo sgangherato e difettoso, proprio come fecero qualche anno fa i nostri predecessori (e per un paio di noi anche progenitori).
Franco Ferrini,
Giacomo Scarpelli,
Silvia Scola,
Marco Tiberi e
Enrico Oldoini