Note di regia del film "Nient'Altro che Noi"
L’idea base del film mi è stata ispirata dai continui episodi di bullismo scolastico di cui i giornali e le televisioni danno, purtroppo, continua notizia.
Non c’era un film italiano sull’argomento, tutti quelli concentrati sul bullismo erano di produzione americana, quindi notevolmente lontani dalla nostra realtà.
Realtà che, purtroppo, ho vissuto in prima persona durante il biennio del liceo che ho frequentato nella mia città. Ma solo dopo un bel po’ di tempo ho compreso che certi atteggiamenti, da parte di alcuni compagni di classe (ero il più piccolo di tutti, sia fisicamente sia per aver anticipato gli studi elementari a 5 anni) erano veri e propri atti di bullismo psicologico, che sfociava a volte in velati atti di violenza fisica con spintoni scherzi battute ecc
Provenivo da una scuola media in cui ero sempre stato il primo alunno dell’intero Istituto, diplomato con il massimo dei voti e, ogni anno, premiato tra i migliori studenti. Giunto nella nuova realtà il trauma è stato devastante. Io espansivo, socievole, sempre molto ambito da tutti per feste uscite serali e via dicendo, venni improvvisamente e inspiegabilmente messo da parte,da quel gruppetto ristretto di ragazzi e ragazze che decideva cosa fare dove andare e chi dovesse far parte del medesimo soprattutto, in base a criteri incomprensibili.
Il passaggio dall’isolamento alle prese in giro perenni è stato brevissimo, nell’indifferenza assoluta dei professori che pensavano solo alle interrogazioni e a svolgere il programma ministeriale, proprio come il personaggio che interpreto nel film. Incarno il professore (di italiano) cinico, freddo distaccato, indifferente alle problematiche e ai bisogni degli alunni.
Ne uscii da solo da questo incubo che mi comportava anche brutti voti durante le interrogazioni, cercando di trovare la forza in me stesso e nelle mie doti di spontaneità e socievolezza e, di pazienza e comprensione…
Anche a casa ne parlavo, e proprio come Marco, cercavo di farlo capire in tutti i modi che desideravo cambiare classe, ma senza successo. Per questo tra tutti i miei film quello cui tengo in modo accorato è proprio “Nient’altro che noi”.
Il cinema a volte davvero può avere un effetto aristotelico di catarsi da emozioni non sempre positive e gradevoli.
Il film l’ho ambientato a Roma, che è la città con la percentuale più alta di episodi di bullismo denunciati e quindi mi sembrava perfetta come set.
L’intenzione primaria del film è creare spunti di riflessione seria sul bullismo, tema di delicata e purtroppo scottante attualità. Con particolare riguardo a quel bullismo che sembra trovare la sua massima espressione all'interno delle scuole. Pertanto mi auguro che il film si presti ottimamente per un dibattito, sia all’interno delle scuole,sia come ponte tra il mondo degli adulti e l’universo giovanile, e sulle gravi motivazioni che spingono molti di loro, spesso apparentemente normali e provenienti da famiglie di livello sociale medio-alto, ad esporsi con gesti ed azioni di violenza fisica e verbale verso i loro coetanei e non solo.
Ho scelto i cinque giovani protagonisti, attraverso soprattutto, annunci sul web, ai quali hanno risposto in oltre 1600. Le selezioni sono durate oltre tre mesi, durante i quali, ho fatto interagire, in alcune scene, i provinandi, fino a trovare quelli che si sono amalgamati più di tutti con gran naturalezza. Durante la preparazione e le riprese ho dovuto, spesso, apportare piccole modifiche alla storia, poiché si sono susseguiti episodi di bullismo che superavano qualunque tipo di immaginazione. La mia soddisfazione consiste nell’aver realizzato un film indipendente con una troupe giovane e preparata e con un cast di giovani, tutti molto spontanei, immediati, naturali,con ottime capacità recitative, affiancandoli ad attori di spessore come Philippe Leroy, Francesca Rettondini , Antonella Ponziani e Claudio Botosso. Inoltre devo sottolineare che le musiche dei DNA 71 e del cantautore Rosario di Bella hanno contribuito alle atmosfere di un lungometraggio che si situa tra la commedia giovanile e il film impegnato che mi ero proposto di realizzare.
Angleo Antonucci