Note di regia del film "Tre Lire Primo Giorno"
Il mio sogno è sempre stato quello di fare il regista. Per arrivarci, essendo di modeste origini, ho dovuto lavorare duramente in diversi settori della produzione audiovisiva finché, insieme ad altri tre soci e amici abbiamo deciso di fondare in un momento di incoscienza collettiva, una sorta di “factory creativa” basata in una ex-palestra di danza sgangherata e bellissima, dove siamo riusciti in sei anni a convogliare i nostri sogni investendo su un gruppo di giovani e validi collaboratori. La nostra prima produzione indipendente è stata anche la mia opera prima come regista: Tre Lire primo giorno.
Nello stesso periodo in cui questo gruppo andava formandosi, mia nonna ci lasciò e mio nonno, rimasto solo nella vecchia cascina di famiglia, fu costretto a spostarsi in città, nella casa dei miei genitori.
Mio nonno Carlo, un piccolo ed ossuto contadino di novant’anni, che dopo una vita intera tra campi e galline, improvvisamente si ritrovò vedovo e senza la propria terra, a riposare in una piccola stanza di un appartamento della periferia milanese .
Temendo che non avrebbe retto al traumatico cambiamento cercai di stimolare la sua curiosità: avrei realizzato un film dove il nonno potesse interpretare un ruolo da protagonista.
La promessa fu che avrei cominciato le riprese quando i suoi capelli sarebbero stati lunghi come quelli di un guerriero Sioux.
Una volta capito che il nonno non scherzava, coinvolgemmo uno sceneggiatore e strutturammo una storia interamente interpretata dalle persone che ogni giorno circondano la nostra vita.
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Tre Lire Primo Giorno" è stata la prima esperienza cinematografica per quasi tutte le persone che compaiono nei titoli, oltre che l’esperienza più bella della mia vita.
Andrea Pellizzer