I premi del "Riaceinfestival" 2009
Primo Premio Sezione “Cortometraggi”
Il Mio Nome Non è Importante di Emanuele Pisano, Scordia (Catania) Durata 7’
Motivazione: una forte vitalità e il desiderio di non essere esclusi dalla nostra società. L’intelligenza è ottimismo, soluzioni costruttive per evadere la propria emarginazione. No a nessun tipo di barriera mentale e fisica.
Secondo Premio Sezione “Cortometraggi”
Adele e le Altre di Silvia Novelli, Torino Durata 15’
Motivazione: con molta leggerezza si è coniugato l’impegno sociale e l’umorismo di chi ha sempre vissuto in prima persona la lotta per i diritti di tutti. Contro ogni forma di potere oppressivo, l’età con conta e non ci sono limiti alle forme di espressione del disagio dilagante.
Menzione Speciale Sezione “Cortometraggi”
I am Calabrese di Antonio Malfitano San Fili (Cosenza) Durata 5’
Motivazione: L’orgoglio di essere calabrese, senza resa perché…"E’ la Calabria da sostenere, della quale poter andare fieri (Torino Perna)”.
Primo Premio Sezione “Culture Locali Cultura Materiale”
La Strada dei Capelli di Fredo Valla Ostana Cuneo Durata 20’
Motivazione: documento di antropologia del lavoro che ripercorre in modo lirico, l’epica dei lavoranti di capelli, abitanti a Elva, paesino del cinese, un tempo famoso per la raccolta e la cardatura dei capelli umani, che poi venivano spediti in tutto il mondo per le industrie che producevano parrucche. Nei racconti dei protagonisti, riemergono, dal racconto che prende, lentamente forma, gli antichi fasti di una vita concreta, di stili di vita, strappati così all’oblio. Documento stilisticamente concreto, sintetico, eppur fluido, in tutte le sue componenti, che si compenetrano e danno, quindi, un senso di autentica verità, a tutta la costruzione documentaria. Ne vien fuori un’opera di consistenza comunicativa che colpisce per intensità e segno artistico.
Secondo Premio Sezione “Culture Locali Cultura Materiale”
Simana Santa di Nicola Murace Bivongi (Reggio Calabria) Durata 13'
Motivazione: opera pregevole di un documento sui riti pasquali che si svolgono in 32 paesi calabresi. Una memoria, che ha il merito di fissare tradizioni pervenuteci da un mondo arcaico, contadino. Una cultura che nelle sue forme resistenziali, per quanto residuali, permane a contrastare l’egemonia di quella post-industriale, onnivora e globalizzante che non sopporta biodiversità culturali. Il Corto, smarcandosi dal classico cliché folclorizzato, è in grado di cogliere gli avvenimenti narrati nella “scenicità” intrinseca al Rito popolare. E, restituire al pubblico, il senso dell’emozione che pervade le folle protagoniste, al di là, della sua sentita fede religiosa. L’uso della ritmica di tamburi e “trocchite”( strumento in legno che sostituisce il suo delle campane durante tutta la settimana santa) e soprattutto l’uso come sottofondo del canto delle Velie nel rito arberesche, rendono, magnificamente, il senso tribale, parossistico, del Rito nella necessità della ricerca del divino di ogni comunità. Ma il testo finisce per riconoscere nell’umano che si sa collettività, nella ricerca d’identità, del genius loci, il vero dio in terra
Primo Premio Sezione “Videoclip Musicali”
Give Me a Sign di Maurizio Marzolla, Reggio Calabria Durata 6’
Motivazione: Gli spaccati di vita e le ferite che i migranti portano e testimoniano sono stati ben evidenziati nell’opera.
Secondo Premio Sezione “Videoclip Musicali”
Ise Ya di Paolo Rapalino, Torino Durata 5’20’’
Motivazione: ha raccontato una visione poetica dell’incontro e dello scambio tra le culture e le persone.
Primo Premio Sezione “Migranti”
Mare Nostro di Andrea D’Asaro, Roma Durata 20’
Motivazione: per la potenza del racconto, la freschezza della sceneggiatura, l'ironia delle situazioni, la fotografia con affascinanti immagini subacquee e il messaggio che invita alla disobbedienza civile in nome del rispetto dei diritti umani.
Secondo Premio Sezione “Migranti”
Voci di Donne Native e Migranti di Rossella Piccinno Supersano (Lecce) Durata 13’39’’
Motivazione: perchè tratta il tema dell'immigrazione e l'integrazione in un'ottica di genere con il parallelo tra donne immigrate e native, perchè è ambientato a Lecce dove emergono le contraddizioni del Meridione. Le protagoniste sono state scelte con intelligenza e hanno saputo sottolineare le diverse esperienze d'immigrazione: i problemi delle badanti e la questione della liberazione delle donne italiane.
Menzioni Speciali Sezione “Migranti”
Cima di Sabbia di Enzo Niutta, Caulonia Durata 10’25’
Motivazione: per la forza con cui documenta le tracce degli sbarchi con poesia e rispetto.
Gemelli (Vengo dalla Luna) di Maria Renna, Martano (Lecce) Durata 12’
Motivazione: perchè parla dell'uguaglianza giocando con le immagini come i bambini che lo hanno realizzato con grande gioia e leggerezza
26/05/2009, 14:22
Simone Pinchiorri