Note di regia del film "Barbarossa"
L’avventura vissuta dalla città di Milano nel dodicesimo secolo rappresenta un unicum nella Storia d’Italia. Un’avventura che il cinema, curiosamente, non ha mai tentato di raccontare. Forse per le difficoltà tecniche che la produzione di un film sulla sfida tra i milanesi e l’Imperatore Federico Barbarossa inevitabilmente comportano: eserciti tedeschi in marcia attraverso i valichi alpini, l’assedio alla città di Milano e la seguente distruzione con l’abbattimento delle oltre cento torri, la conclusiva battaglia di Legnano che vede in campo migliaia di uomini e cavalli e centinaia di carri falcati, la geniale invenzione di Mastro Guitelmo che si rivelerà decisiva per la vittoria della Lega dei Comuni.
O, forse, a frenare soggettisti e sceneggiatori, è stata in tutti questi anni la naturale ritrosia del cinema italiano nei confronti di un genere epico che pure negli Stati Uniti ha dato vita a prodotti che hanno ottenuto un successo internazionale.
Milano, in quegli anni, è una città al massimo del suo splendore. La città ha saputo sfruttare bene la sua posizione geografica: a est c’è Venezia, che importa merci da tutto l’oriente. A sud c’è Genova, centro del commercio del mediterraneo occidentale. A nord ci sono i passi alpini che permettono gli scambi con i paesi del nord.
E proprio al centro della Pianura Padana c’è Milano.
Negli anni la città è cresciuta e si è arricchita più degli altri Comuni, mentre gli imperatori tedeschi erano lontani, impegnati nelle lotte interne.
Non solo: Milano, fatto straordinario per quei tempi, è governata da Consoli eletti direttamente dal popolo.
Ad un certo punto però, Federico di Svevia è salito al trono e, in poco tempo, è riuscito a riportare l’unità in Germania. Allora Federico detto il Barbarossa ha guardato a sud e ha visto dei Comuni autonomi, intraprendenti, e soprattutto ricchi. E ha deciso che la loro ricchezza sarebbe servita a realizzare il suo grande progetto: far risorgere l'Impero. Unire di nuovo sotto la stessa corona il regno che quattro secoli prima era stato del grande Carlo Magno.
Ma il sogno di Barbarossa si sgretolerà il 29 Maggio 1176, con la sconfitta subita a Legnano contro le truppe della Lega dei Comuni. Quegli stessi Comuni, che prima erano in lotta quotidiana tra loro sono riusciti, uniti, a sconfiggere un Imperatore.
Il film che raccontiamo è stato interamente disegnato. Si è cioè realizzato uno storyboard delle oltre mille inquadrature che hanno richiesto un intervento digitale.
Questi interventi sono serviti a dare epicità alle inquadrature e a rendere credibili per lo spettatore paesaggi e architetture non più esistenti. Un utilizzo del digitale non finalizzato a stupire, ma a ricreare sullo schermo eventi e architetture che devono apparire reali.
Per la prima volta in Italia, inoltre, è stato utilizzato un sistema di “crowd replication” (moltiplicazione di folla) in grado di conferire un realismo impressionante alle scene di massa.
“Barbarossa” rappresenta dunque una sfida importantissima nel panorama del cinema italiano: questo film è la prova che si possono realizzare film di grande epicità, girati in lingua inglese e vendibili sui mercati internazionali.
Renzo Martinelli