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Note di regia del documentario "Via della Croce"


Note di regia del documentario
Dopo aver realizzato un primo documentario, "Ospiti", nel 2007, con gli Ospiti della comunità di S.Alvise, Casa dell’Ospitalità di Venezia, nasce il film "Via della Croce", anche da una proposta di Bruno, un Ospite che non è più qui con noi.
Mi sembrava che il racconto della Passione di Cristo potesse incarnare le loro storie di fallimento, dolore, emarginazione, malgrado alcuni di loro non siano credenti o cristiani, infatti tra i protagonisti ci sono anche due musulmani.
Ho iniziato discutendo e leggendo il Vangelo di Giovanni con loro, cercando di legare alle stazioni della Via Crucis dei temi con cui gli Ospiti si potevano identificare: la caduta, l’insulto, la condanna, il rapporto tra genitori e figli, l’abbandono, la morte e la resurrezione.
Quindi non c’è stata sceneggiatura e tutte le cose che gli Ospiti raccontano nel film sono spontanee, ho solo raccolto testimonianze e riflessioni su questi temi, senza fare delle prove o ripetizioni di riprese.
Come pittrice, inoltre, mi affascinava l’idea di creare dei tableaux vivants delle stazioni della Via Crucis, ispirate alle opere dei grandi maestri, Giotto, Bellini, Mantegna, Tiziano, Tintoretto, Caravaggio e Piero della Francesca. Perciò con l’aiuto prezioso di Maurizio Favaretto, professore di pittura del liceo artistico di Venezia, che tiene un corso di pittura alla Casa dell’Ospitalità, ci siamo avventurati per Venezia con qualche “straccio” portato da casa, una croce e una corona di spine costruite dagli Ospiti e le riproduzioni dei quadri. Abbiamo cercato luoghi di Venezia meno conosciuti, quasi “periferici” quali il campo della chiesa della Madonna dell’Orto, la chiesa del Redentore, il chiostro di SS.Cosma e Damiano ed un piccolo parco pubblico alla Giudecca, la chiesa di S.Andrea de la Zirada a S.Croce, il parco di S.Alvise circostante la Casa degli Ospiti.
Tra i passanti c’è stato chi ci scherniva, chi ci guardava con curiosità, ma soprattutto chi mostrava totale indifferenza a ciò che stava succedendo.
Non abbiamo usato luci artificiali né costruito scenografie, ma piuttosto ce le siamo andate a cercare in questa splendida città, che con le sue calli anguste e i suoi ponti poteva ben accogliere la storia della Via Crucis. Il tema del ponte ricorre nel film; attraversare il ponte, vivere sotto il ponte, il ponte come Calvario ma anche come congiunzione di due isole, di realtà diverse.
Anche i luoghi dove gli Ospiti parlano di loro stessi o riflettono sulla vita di Gesù Cristo li abbiamo cercati assieme, giorno per giorno.
Per questo mi piace dire che questo film è il frutto di una vera collaborazione, che ci ha permesso di approfondire il rapporto di amicizia, di fiducia e anche di condividere una ricerca creativa e l’amore per la città.
A "Via della Croce" hanno partecipato anche Nerio Comisso, direttore della Casa dell’Ospitalità, Ana Maria Reque operatrice e Maurizio Favaretto professore di pittura, il quale è stato di grandissimo aiuto per i tableaux vivants. Ho invitato a partecipare degli amici: Serena Boccanegra, Massimo Cacciari e Anna Bonaiuto. Con generosità hanno accettato, e lavorato con noi. Ringrazio tutti di cuore.

Serena Nono