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Note di regia del documentario "Vittorio D."


Note di regia del documentario
Circa un anno fa abbiamo iniziato, con la Surf e LA7, a pensare un documentario su Vittorio De Sica. A differenza dei nostri lavori precedenti e per evidenti ragioni anagrafiche, De Sica è morto nel 1974, non potevamo contare sul nostro archivio. Si trattava quindi di cercare e utilizzare quasi esclusivamente interviste a De Sica realizzate da altri per progetti completamente diversi dal nostro. Una seconda difficoltà è stata rendere la vastità di De Sica: forse il più prolifico e poliedrico attore e regista del cinema italiano. Una straordinaria carriera durata cinquant’anni: attore giovane di teatro, cantante, star del cinema dei telefoni bianchi, raffinato protagonista del cinema internazionale, fondatore con Zavattini, Rossellini e Visconti del Neorealismo. Capace di attraversare gli anni della guerra, della ricostruzione, del boom la commedia degli anni ‘60 fino agli anni ‘70, rinnovando continuamente la sua cifra registica e continuando nel contempo uno straordinario lavoro di attore.
La vera domanda era: come evitare di smarrirsi in questo oceano? La risposta è stata quella di cercare cosa rimane, oggi, di Vittorio De Sica e quanto il cinema è stato capace di assorbire e utilizzare la sua lezione.
Per questo motivo abbiamo cercato di articolare “Vittorio D.” attorno a quattro
cardini:
1- De Sica si racconta – Vittorio De Sica parla di sé e del suo cinema attraverso documenti di repertorio, in questo siamo stati aiutati dal bellissimo ritratto che aveva realizzato Giulio Macchi nel 1960.
2- I Ricordi – testimonianze dei tre figli, degli attori, dei registi e dei collaboratori dei suoi film.
3- Cosa rimane – interventi di grandi registi italiani e stranieri sulla lezione di cinema di De Sica.
4- Lezioni di regia – attraverso alcune lettere dal set scritte alla figlia Emi, Vittorio De Sica svela il suo “metodo” in una sorta di diario di lavorazione quotidiano denso di notazioni artistiche ed umane che ne rivelano la grandezza e la straordinaria umanità.
Per realizzare questo documentario abbiamo intervistato più di 40 persone tra Italia, Francia, Inghilterra e Stati Uniti trovando quasi sempre, anche tra le star più importanti, una grandissima disponibilità.
Poi arriva il momento magico in cui la forma è presa e ci sembra di aver, ancora una volta, dato il nostro piccolo contributo nel ricordare quanto grande è stato il nostro cinema. Pensando al calibro e allo spessore umano e professionale che aveva uno come De Sica ci si riconcilia un po’ e forse si torna anche un po’ a sperare.
Nel nostro lavoro siamo stati aiutati oltre che dai nostri collaboratori e dai produttori della Surf e di LA7: Massimo Vigliar, Elena Francot e Freddy Moroni, anche da amici preziosi come: Silvia Bizio e Massimo Lozza negli Stati Uniti. A Londra Annalisa Piras e a Parigi Jean Gili.
In particolare vogliamo ringraziare Emi e Manuel e Christian De Sica senza i quali questo documentario non sarebbe stato possibile.

Mario Canale e Annarosa Morri