Claudio Giovannesi: "Fratelli d'Italia nasce dal
desiderio di raccontare un’Italia multietnica"
Come nasce l'idea per la realizzazione del suo documentario "Fratelli d'Italia"?
Claudio Giovannesi: Nasce dal desiderio di raccontare un’Italia multietnica, ancora sommersa da opinioni pubbliche e tendenze politiche che spesso rifiutano il nostro presente e tendono a considerare l’Italia come uno spazio privato che va ripartito tra italiani e stranieri.
Come ha conosciuto i tre giovani protagonisti Alin, Masha e Nader e come mai ha scelto proprio le loro storie?
Claudio Giovannesi: Frequentano tutti e tre lo stesso Istituto Tecnico, ad Ostia. Circa il 20% degli studenti di questa scuola è di origine non italiana. Ho scelto le loro storie perché il racconto dei conflitti che ciascuno di loro si trovava a vivere quando li ho incontrati mi permetteva di riflettere sul tema dell’identità, che riguarda ogni adolescente, ed in questo caso è reso ancora più complesso dalle origini non italiane dei tre ragazzi.
Quali aspetti della vita dei protagonisti ha privilegiato nel montaggio del documentario?
Claudio Giovannesi: Ogni aspetto, per quanto mi è stato possibile, in base alla generosità dei tre protagonisti e dei loro familiari, amici e conoscenti.
In "Fratelli d'Italia" propone tre storie particolari, quella di Alin, ragazzo rumeno che sembra non voglia integrarsi con i suoi coetanei italiani; Masha, ragazza adottata ed integrata che ha paura dei suoi "simili" e Nader, ragazzo egiziano che cerca in tutte le maniere di "fare l'Italiano". Ci può approfondire meglio questi aspetti dei protagonisti del documentario?
Claudio Giovannesi: Credo che il conflitto per un adolescente, e per ogni essere umano in generale, rappresenti un momento di crescita e di presa di coscienza. Ciascuno dei tre ragazzi, quando li ho incontrati e raccontati, stava vivendo un momento difficile, che richiedeva una scelta, un cambiamento, un approfondimento. Le telecamere hanno osservato e narrato un momento della crescita di tre italiani di origine straniera nel presente della nostra società.
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Questa sua opera pone il problema della multietnicità in Italia. Secondo lei, perché il nostro paese non riesce ancora ad avere un'unità multietnica?
Claudio Giovannesi: Perché, rispetto a molti altri paesi europei, l’Italia non ha conosciuto il colonialismo, o meglio, ha tentato un’azione coloniale fallimentare e fuori tempo. Il colonialismo è stata una stagione violenta della storia, ma ha permesso a stati come la Francia, il Belgio, la Spagna, l’Olanda (solo per citarne alcuni) di avere oggi un tessuto sociale ricco, più multietnico e multiculturale del nostro. Inoltre il nostro paese, nel 2009, subisce leggi anacronistiche e medievali per quanto riguarda immigrazione e diritto alla cittadinanza (una su tutte la Bossi/Fini).
Come sarà distribuito il documentario, anche alla luce della Menzione Speciale vinta nella sezione "L'Altro Cinema - Extra" della 4° edizione del Festival Internazionale del Film di Roma?
Claudio Giovannesi: La produzione (Il Labirinto) sta definendo con una società di distribuzione il tipo di uscita. Al momento è probabile la diffusione televisiva ed editoriale. Stiamo lavorando anche per un uscita in sala. Speriamo.
05/11/2009, 09:00
Simone Pinchiorri