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"La Bocca del Lupo": un'opera tra fiction e realtà
dove a trionfare è il cinema di qualità



Pietro Marcello e Gianni Amelio
Chi è convinto che oggigiorno nel cinema documentario italiano sia assente la poesia, dovrà ricredersi. Il film “La Bocca del Lupo” di Pietro Marcello, in concorso alla 27° edizione del Torino Film Festival è una gemma rara, molto distante dalla comune finzione o dal documentario “già visto”.

Nato con la scusa di raccontare Genova e il suo passato, il lavoro di Pietro Marcello ha avuto una sterzata dopo la conoscenza di Enzo, un ex detenuto catanese, che porta ancora con se le tracce dei colpi di pistola nelle ginocchia. I racconti d'infanzia di Enzo, l'eterna storia d'amore con Mary, gli anni di galera, l'attesa e il ritorno casa, si mescolano a splendide immagini di repertorio della città e a spaccati di vita quotidiana. Il momento più alto Marcello lo raggiunge nella lunga intervista finale, un lavoro sudato per più di sette mesi, all'interno della quale i protagonisti raccontano l'origine della loro storia melodrammatica. L'ironia sposa la tenerezza e nello scontro tra fiction e documentario, a trionfare è il cinema di qualità.

17/11/2009, 11:00

Antonio Capellupo