Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di produzione del documentario "Tutte le Barche a Terra"


Note di produzione del documentario
"Tutte le Barche a Terra" nasce come autoproduzione a tutti gli effetti e ha trovato solo in un secondo momento e a uno stadio avanzato di lavorazione un interlocutore produttivo e fiducioso nella Cineteca del Comune di Bologna. Quando nel 2006 in una delle riunioni di Ipotesicinema s’iniziò a parlare di abitare e di problematicità del vivere contemporaneo il documentario era in lavorazione ed era stato focalizzato prevalentemente sulla vita dei bambini del centro storico, in cui avevo personalmente individuato la chiave di lettura giusta per raccontare un luogo privilegiato per le dinamiche del suo vivere e per il rapporto felice tra persone e ambiente.
Stimolati dal dibattito in corso sull’abitare e dalle tante ore di girato prodotte che restituivano molti altri aspetti della vita quotidiana della cittadina, toccando temi ambientali e conflitti estranei al mondo dei bambini, si è deciso di realizzare del girato ulteriore finalizzandolo ad un secondo documentario, più propriamente attento alla tematica del luogo abitativo.
É a questo punto che è intervenuta la Cineteca del Comune di Bologna, che dal 2002 ospita il Laboratorio sperimentale dell’audiovisivo diretto da Ermanno Olmi, proponendoci di sostenere le spese di altre due trasferte gallipoline (una in estate e una in inverno, per motivi narrativi), per finalizzare il lavoro. Il documentario è stato realizzato contando sulla dedizione, devozione sarebbe più corretto dire, di un gruppo di amici-colleghi operatori e documentaristi disposti a investire molto del proprio tempo a titolo gratuito e mettendo a disposizione risorse tecniche proprie, intervenendo nel processo creativo del film con idee e contributi dinamici.
Il percorso produttivo di questo documentario, con la precisa scelta di seguire l’andamento stagionale di un anno intero e con l’ambizione di costruire una storia che attraversasse l’anima della città con una coralità di voci, non sarebbe stato possibile secondo gli standard produttivi correnti e senza il contributo personale e volontario di chi ha creduto nella validità del progetto.