"La Banda del Brasiliano", un omaggio al poliziesco italiano
Negli anni settanta e primi ottanta in Italia si sviluppò un fiorente filone cinematografico denominato "
poliziottesco" o "
poliziesco all'italiana", dove i fatti di cronaca nera dell'epoca venivano raccontati in chiave più o meno grottesca, che a volte sfociava anche nel demenziale. Autori come Steno, Enzo G. Castellari, Alberto De Martino, Fernando Di Leo, Sergio Martino, Umberto Lenzi, Massimo Dallamano, Romolo Guerrieri, Marino Girolami, Sergio Grieco, Stelvio Massi, Bruno Corbucci per non parlare di alcune opere di Pietro Germi, sono stati alcuni dei maggiori esponenti della cinematografia poliziesca, sviluppatasi da un film di Carlo Lizzani del 1968: "
Banditi a Milano", con protagonista
Tomas Milian nella parte di commissario violento e intransigente.
E' da questo tipo di cinema che prende spunto "
La Banda del Brasiliano", opera prima del collettivo
John Snellinberg, presentato in anteprima al
Cinema Borsi di Prato. Tramite i classici canoni del "
poliziottesco" il film racconta con un occhio nuovo il malessere sociale, lo scontro generazionale, la mancanza di ideali, il problema del precariato e della flessibilità del lavoro, tutte problematiche insite nella società contemporanea. Pur con pochi mezzi, basta pensare che il film è stato realizzato con soli 2.000 euro, gli autori riescono a creano un'opera apprezzabile ed innovativa, senza tante pretese ma con buoni spunti narrativi.
"
La Banda del Brasiliano" è sicuramente un film che fa bene al cinema toscano e della città Prato, patria di autori come Piero De Bernardi, Francesco Nuti, Roberto Benigni, solo per citarne alcuni, perchè riesce a distaccarsi dalle ultime produzioni sorte nel "distretto del tessile" in questi ultimi anni, che, pur con tante pretese, non hanno quei connotati e quelle idee che, invece, animano questa piccola produzione low-budget realizzata da un manipolo di giovani artisti volenterosi.
17/01/2010, 15:52
Simone Pinchiorri