Note di produzione del documentario "Non Aver
Paura! Donne che non si sono Arrese"


Note di produzione del documentario
Il film, a partire dalle testimonianze di alcune donne comuni che hanno preso parte al progetto teatrale Non mi arrendo, Non mi arrendo!, intende raccontare la fatica, la determinazione con cui le protagoniste della Resistenza, insieme ad altre donne più giovani, hanno lottato e contribuito alla conquista di diritti sociali e civili che le comprendessero, facendo emergere aspetti, modalità, contenuti e pratiche spesso assenti dal racconto della “grande storia”. Le autrici teatrali hanno rivestito il delicato compito di far incontrare e mettere in relazione le età della memoria con le studentesse che hanno preso parte ai laboratori e agli spettacoli. Nel montaggio del documentario si è dato rilievo a quei momenti di profonda intesa tra le protagoniste, le autrici e le studentesse che emergono da gesti, sguardi, particolari. Soprattutto nel primo lavoro sulla Resistenza le giovani ragazze sono spesso mostrate in ascolto, raccolte in atteggiamenti di attento rispetto nei confronti delle donne in scena. La mano dell’ex partigiana Bianca Secondo che stringe quella della studentessa che ha raccolto e restituisce nello spettacolo parti della sua storia, trasmette molto bene questa profonda empatia che si è venuta a creare e che costituisce un canale privilegiato per la trasmissione della memoria attraverso la condivisione dell'esperienza vissuta.
Le studentesse, attraverso i ricordi e i racconti delle donne, hanno potuto vivere momenti fondamentali della storia italiana e prendere coscienza della continuità di quel cammino di difesa dei diritti che ora toccherà a loro portare avanti.
Hanno ricevuto dalle anziane donne il dono prezioso della consapevolezza, ora lo stringono come un tesoro.

"... vorrei che fosse sempre possibile trovare qualcuno che non si è arreso e che lavora perché la memoria storica e sociale non venga cancellata. Questa memoria, a mio parere, oggi è ancora più necessaria. Se i giovani e le donne di oggi conoscessero meglio quelle che sono state le nostre conquiste, pagate duramente, qualche volta anche con la vita, sarebbero più forti nelle nuove lotte che, purtroppo, sono davanti a loro.
Rosina Adriano – impiegata