Fondazione Fare Cinema
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Ad un anno dal terremoto in Abruzzo i racconti di vita in
"L'Aquila Bella Mè" di Mauro Rubeo e Pietro Pelliccione


Ad un anno dal terremoto in Abruzzo i racconti di vita in
"Appena avvenuto il terremoto, ci siamo chiesti cosa avessimo potuto fare per la nostra città e ci siamo subito resi conto che munirci di videocamera e cominciare a documentare gli avvenimenti nel quotidiano, sarebbe stato quello che avremmo saputo fare nella maniera migliore". Parola dell'aquilano Pietro Pelliccione, regista assieme a Mauro Rubeo de “L'Aquila bella me”, documentario che ha aperto la seconda edizione del festival “Italiani Brava Gente”. A distanza di un anno, si torna a parlare di una delle più grandi tragedie italiane del nuovo secolo, che secondo il regista non è stata documentata al meglio da certi media: "Molti giornalisti sono giunti a L'Aquila per cercare di creare un prodotto da vendere, strumentalizzando la tragica vicenda e arrecando così solo dei danni".

Il progetto che vede tra i produttori Daniele Vicari e Valerio Mastrandrea, è nato, secondo Mauro Rubeo "dalla volontà di far parlare i cittadini aquilani, senza porre delle domande, ma assumendo un atteggiamento di ascolto". I due registi stanno continuando a girare sui luoghi del terremoto e hanno già in cantiere la seconda parte di un progetto che, a sentire Pelliccione, non dovrebbe terminare così: "La speranza è quella di trovare i giusti finanziamenti, che ci possano permettere di continuare a documentare la rinascita della nostra città".


L'Aquila Bella Mé - prima parte


L'Aquila Bella Mé - seconda parte


L'Aquila Bella Mé - terza parte


L'Aquila Bella Mé - quarta parte


09/04/2010, 19:00

Antonio Capellupo