"Robin Hood" di Ridley Scott: epico, avventuroso
travolgente e stravolgente
Epico, avventuroso travolgente e stravolgente, questo ed altro, è "
Robin Hood", l’epopea filmica di
Ridley Scott regista dell’indimenticabile Il gladiatore. Suo principale complice è l’eccellente e cameleontico
Russel Crowe, forse il migliore dei 30 Robin Hood del piccolo e grande schermo per l’intelligente e valida interpretazione dell’arciere di Riccardo Cuor di Leone. La leggenda dell’arciere che rubava ai ricchi per dare ai poveri, rappresenta, in particolare ai giorni nostri, un’ottima scelta per l’inaugurazione della 63ma edizione del
Festival International du Film de Cannes. Questa mattina la proiezione stampa era gremita e i critici, anche quelli del palato fine, hanno bene digerito le circa 2h30 di battaglie travolgenti, intrighi di corte, complotti e amori appena sbocciati (Marian e Robin). Questa sera il pubblico, delle paillettes, sarà deliziato dalle avventure dal fuorilegge/eroe, uomo di origini umili divenuto, anche secondo Scott, simbolo di libertà per la sua gente. Sul piano dello spettacolo e della spettacolarità il lungometraggio è ben concepito e ottimamente realizzato. Il ritmo, quasi sempre travolgente tiene bene nonostante la lunghezza. Le licenze “poetiche” della regia stravolgono in diverse occasioni la storia che noi conosciamo. Ma questo è il cinema! I ricordi "
The Longest Day" (sbarco in Normandia) e di "
Salvate il soldato Ryan" sono visibili e palpabili nelle scene del fallito sbarco dei francesi sulle coste inglesi. Altro aspetto interessante è che Ridley Scott, pur affascinato dalla sorte di
Robin Hood, non tralascia di narrarci altre storie minori all’interno dell’opus principale, come del monaco faccendiere che di straforo fabbrica e spaccia idromele quella dei ragazzi predatori, e nei dettagli quella della sfortunata eroina Lady Marian (
Cate Blanchett, dall’interpretazione superlativa).
Girato in Inghilterra e nel Galles, "
Robin Hood" copre il periodo che va dalla morte di Re Riccardo I nel 1199 fino alla firma della Magna Carta nel 1215.
Il montaggio complesso e difficile è di
Pietro Scalia, che anche in questa pellicola esuberante per scene di massa e battaglie mozzafiato, se la cava da par suo, cioè da premio Nobel.
12/05/2010, 16:56
Martine Cristofoli