"In Purgatorio": l'aldilà raccontato con
leggerezza e poesia da Giovanni Cioni
Raccontare l'aldilà con leggerezza e poesia, senza per giunta scadere in facili luoghi comuni, non è per niente un'impresa semplice. Ci è riuscito, e molto bene,
Giovanni Cioni, autore de “
In Purgatorio”, in concorso al
Bellaria Film Festival nella sezione “
Casa Rossa”. Un viaggio nel profondo dell'anima di una città, nel cuore di una Napoli allo stesso tempo credente e superstiziosa, che non vuole essere un film antropologico, ma la ricerca dei misteri che solo il mondo onirico del sogno sa restituire, popolato com'è da anime sconosciute. E allora è facile incontrare un ladro convinto che Cristo abbia scelto proprio lui per comunicare la tristezza per il fallimento di questo mondo o un vecchietto che guardando fisso in camera e consiglia il terno secco 4-32-49, che però a detta del regista, non ha ancora portato esisti positivi:"
Parecchie persone della produzione se lo sono giocato, ma nessuno ha mai vinto niente". La narrazione è scandita da testi tratti dal personale diario di bordo, scritti rigorosamente in prima persona, come se l'autore volesse comunicare che se il purgatorio equivale a quel limbo di vita dettato dalle nostre azioni quotidiane, giuste o sbagliate che siano, lui stesso ne è parte integrante.
06/06/2010, 17:50
Antonio Capellupo