Note di regia del film "Sorelle Mai"
SORELLE MAI è un film per caso. Tanti racconti improvvisati, decisi per la stagione (l’estate), i partecipanti al laboratorio Fare Cinema, gli amici, attori e non attori, disponibili, gli ambienti gratis…
Un film che non poteva essere più condizionato (non c’era una lira e poi un euro) e nello stesso tempo più libero. Ancor più libero perché, facendolo, non c’era il pensiero che sarebbe stato giudicato, quell’ansia leggera, intermittente che ci accompagna sempre quando si gira un film (che sto facendo?.. Entrerà qualcuno in sala?.. ecc. ecc.).
E invece è già stato giudicato da chi lo ha scelto e verrà giudicato da chi lo vedrà al Festival… E prima ancora una sua parte (SORELLE MAI riprende il mediometraggio SORELLE rielaborandolo completamente e aggiungendo tre nuovi episodi. È un film nuovo) fu giudicata e scelta dai selezionatori del Festival di Roma del 2006. Verrà giudicato, ma intanto l’ho fatto (l’abbiamo fatto, perché va ricordata la generosa e disinteressata collaborazione dei partecipanti ai corsi dei sei anni).
Qual è lo stile, la forma di SORELLE MAI?
Uno stile compatto e frammentario insieme… Questa “contraddizione” corrisponde al fatto che SORELLE MAI racconta sei storie nel tempo di dieci anni, che sono state legate insieme soltanto quando ho deciso di farne un film, perché ho capito che c’era un filo che le univa, un filo profondo, nonostante certe divagazioni d’intreccio, imprecisioni e ripetizioni di dialogo, che sono la vita in crescita, in trasformazione, di due fratelli Giorgio e Sara e di sua figlia Elena…
Essi vanno e vengono, scappano e ritornano per infine separarsi definitivamente da Bobbio, dal passato, mentre altri personaggi restano nella città che è un’altra protagonista immobile del film.
Marco Bellocchio