La scelta di ambientare il documentario nella scuola Luigi Pirandello di Taranto, nasce dalla necessità di osservare e raccontare come “fare scuola pubblica” in un contesto difficile, vuol dire innanzitutto avere un progetto educativo e sociale in grado di confrontarsi con il territorio e i problemi di chi lo abita. E’ a partire da questa idea che si sviluppa il documentario nella “Pirandello”: una scuola di periferia come tante ma con un progetto formativo come poche. La tecnica di indagine scelta per raccontare la vita nella scuola tarantina, non ha previsto interviste ma l’osservazione diretta di fatti e situazioni ordinarie e straordinarie, che
hanno avuto come protagonisti: la preside, gli insegnanti, gli alunni e i loro genitori. Un lavoro che si è sviluppato nelle classi, nei corridoi, in presidenza e in segreteria. Grazie alla disponibilità della scuola e delle famiglie dei ragazzi, abbiamo filmato per otto settimane: lezioni, attività extrascolastiche, colloqui, richiami disciplinari, etc. Nel montaggio del documentario una particolare attenzione è stata data ai corsi di recupero per giovani che hanno abbandonato la scuola dell’obbligo, un problema questo, che in alcune aree del sud Italia riguarda sempre più anche la scuola media inferiore.
Marco Santarelli