Fondazione Fare Cinema
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"Scuolamedia": un'analisi sociologica dell'universo-scuola


Non c'è che dire, la scuola e il suo insieme di differenti microcosmi, continua ad essere un habitat naturale per la macchina da presa. Per elevarsi dal coro di voci che continuano a descrivere, attraverso il cinema di finzione o quello documentario, lo sbando di ciò che una volta era considerata una nobile istituzione, bisogna dunque individuare una storia nuova, magari un caso limite. Ci ha provato Marco Santarelli, autore di “Scuolamedia”, in concorso nella sezione “Italiana.Doc” del Torino Film Festival, che ha scelto di raccontare la vita quotidiana di una scuola media della periferia tarantina, la “Luigi Pirandello”.

L'autore ritorna al festival piemontese a distanza di un anno esatto, quando in concorso aveva presentato “Interporto”, secondo film di una trilogia dedicata ai trasporti. Numerosi sono i corsi attivi nell'istituto, che vanno dalle lezioni di musica all'educazione sessuale, ma altrettanto numerosi sono i problemi che la preside e il corpo docenti si trova davanti giorno dopo giorno, dalle numerose assenze dei ragazzi alla mancanza di motivazioni. Se la massima ambizione per le ragazze può arrivare ad essere l'abbandono degli studi per diventare parrucchiera o se un ragazzino di undici anni è capace di affermare senza timore “se era per me andavo a lavorare”, è naturale chiedersi quale futuro attende il nostro Paese. Il lavoro di Marco Santarelli si presenta, insomma, come un'attenta analisi sociologica dell'universo-scuola, ma ciò che convince meno è la scarsa sincerità di alcune sequenze, di certo ricche di contenuto, ma un po troppo forzate, tanto da sembrare recitate.

28/11/2010, 10:00

Antonio Capellupo