Note di regia del fim "Dreamland"
"Dreamland" è un’idea, un progetto, una passione,
In primo luogo lo sport, visto come mezzo educativo e prodromico ad un futuro migliore, che esalta le doti fisiche ma in particolar modo quelle morali e di principio, che fornisce le regole per affrontare la vita correttamente, che abitua al sacrificio e che presenta le sconfitte solo come esperienze negative dalle quali trarre l’insegnamento per migliorare ed andare avanti. Quindi, non solo come esibizione degli atleti (siano essi pugili, come in Dreamland) ma soprattutto come sacrificio per una lunga preparazione fisica e psicologica e la rivalutazione dello spirito di amicizia e di riconoscenza, scevro da contenuti di prepotenza e violenza gratuite.
È proprio attraverso lo sport che permette lo sfogo delle pulsioni
negative in un quartiere dominato dalle bande,
In secondo luogo l’emigrazione.
Uno dei fenomeni che ha caratterizzato la storia italiana e ha lasciato l’impronta in tutti gli Usa attraverso
la nascita dei quartieri denominati Little Italy.
Oggi suggestivi vicoli folkloristici, ieri luoghi della malavita e della disperazione di chi, giunto in un paese straniero per far fortuna, doveva assoggettarsi alle leggi delle gangs per riuscire a sopravvivere.
In terzo luogo lo scontro generazionale e il rapporto padre figlio.
Splendide le scene con la promessa emergente Ivano De Cristofaro e Franco Columbu, nelle quali il rapporto tra i due diventa vivido e carico di promesse per l’intera comunità.
Sebastiano Sandro Ravagnani