Dal 7 ottobre 2006, giorno in cui venne uccisa da un sicario nell'androne di casa sua, si sono
moltiplicati i libri e i documentari che hanno affrontato la vita e le battaglie di Anna Politkovskaja.
"211: Anna" di Paolo Serbandini e Giovanna Massimetti
si distingue nella massa per la completezza dello sguardo e anche per l'insolita presenza di rari documenti filmati della vita di Anna e del marito Aleksandr, noto giornalista della tv sovietica.
E' un viaggio nella vita e nella carriera di una giornalista diventata simbolo di verità e di sincerità ancora in vita, testimone della repressione russa in Cecenia, di una guerra di cui nessuno (a parte lei) parla e che ha provocato nei suoi confronti l'ira di molti, e di Putin in particolare.
La carriera in prima linea di Anna (211esima giornalista uccisa in Russia, da cui il titolo del documentario) è raccontata attraverso
due episodi chiave, la strage del teatro Dubrovka e l'assalto alla scuola di Beslan. Ciò che più sconvolge nel vedere questo lavoro è l'indifferenza, per non dire il fastidio, con cui molti russi intervistati per strada ricordano la sua figura.
L'impegno della Politkovskaja viene raccontato e rivissuto attraverso le parole del marito, dei colleghi, della figlia e di quanti l'hanno conosciuta:
un documentario imperdibile per saperne di più, ma anche un approfondimento importante per chi ne sa già.
27/03/2011, 23:48
Carlo Griseri