Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
!Xš‚‰

PRIMAVERA CINEMA ITALIANO: Italo Spinelli a Cosenza con "Gangor"


Intervista al regista Italo Spinelli che ha presentato a Cosenza il suo film "Gangor". La sua passione per il cinema che si concretizza ogni anno con l'organizzazione di Asiatica, rassegna romana di cinema orientale.


PRIMAVERA CINEMA ITALIANO: Italo Spinelli a Cosenza con
Italo Spinelli, regista di "Gangor".
E' importante far girare i film attraverso i Festival. A Cosenza anche "Gangor" di Italo Spinelli ha ottenuto l'attenzione del pubblico grazie alla Primavera del Cinema Italiano, che ha riconosciuto al regista il Premio Primavera dei Diritti.

Italo Spinelli, che da oltre dieci anni organizza Asiatica il Festival delle cinematografie orientali, ha girato il suo film in India con gli occhi aperti proprio su quel mondo e su quel cinema.

"Credo che sia indispensabile il confronto con le altre cinematografie" ha detto il regista a Cinemaitaliano "Tanti film italiani non superano le alpi. Se non c'è una consapevolezza del cinema che hai intorno, rischi di raccontare storie appiattite sulla fiction televisiva. Bisogna aprirsi, vedere delle altre cose e confrontarsi, perché se no anche film che sono campioni d'incasso non vanno oltre confine. Non hanno senso altrove, perché manca il cuore cinematografico".

Cosa ne pensi del successo di botteghino che le commedie italiane stanno ottenendo in questo momento?

Per Italo Spinelli "la commedia è molto legata all'oggi. Mi manca di vedere l'idea di cinema, lo stile inteso come una struttura portante di un film che in qualche modo riconosci. Lo stile è un po' appiattito televisivamente, manca quell'essenza cinematografica, manca lo stile di come racconti la storia. Non colgo quella capacità di costruire qualcosa di autonomo. Ma comunque apprezzo questo successo delle commedie, perché potrebbe portare anche un'opportunità di crescita per il pubblico e riavvicinarlo al cinema".

Dopo Gangor cos'hai in mente di girare?

"Vorrei fare un film forte" dice il regista "magari ambientato alla fine degli anni sessanta, quando secondo me è finita la speranza di poter cambiare le cose, quando insomma è cominciata la sconfitta. Una storia per capire quando i nostri entusiasmi giovanili si sono fermati, e questo forse accadde alla fine degli anni 60, con le bombe di Milano, con le stragi di Stato" ha proseguito Spinelli "lì comincia un tunnel dal quale forse non siamo mai usciti. Ma mi piacerebbe raccontare anche il presente, là dov'è possibile. Ma bisogna fare uno sforzo e meritarsela una produzione. Non bisogna sprecare l'occasione di fare un film, per te come regista ma anche per gli altri, dimostrando che c'è una necessità di fondo a farlo perché coinvolge persone, capitali, organizzazione".

12/04/2011, 11:40

Stefano Amadio