Fondazione Fare Cinema
!Xš‚‰

Nina Mimica: "Come scrittrice sto vivendo quello
che ho sognato di vivere come regista"


Nina Mimica, regista e scritrice croata, italiana d'adozione, è autrice di "Vivere fa solletico" , un romanzo che mescola surreale, grottesco e fantascienza, mantenendo sullo sfondo l'industria cinematografica italiana. Ma dietro alla finzione si nasconde una storia vera, che vede protagonista il suo film d'esordio "Mathilde" mai uscito in sala.


Nina Mimica:
Di origini croate ma italiana d'adozione, Nina Mimica sta ottenendo nel campo della letteratura quelle soddisfazioni che il cinema le ha negato per anni. Nonostante sia regista per professione, proprio quando si trovò sul set per "Mathilde", la sua opera prima con protagonista Jeremy Irons, il destino le ha tirato un brutto scherzo, trasformandola in "attrice protagonista" di una vicenda fuori dal comune. Per esorcizzare l'accaduto ha scritto di getto il suo primo libro "Vivere fa solletico", edito da Einaudi, che racconta i sogni di una regista alle prese con personaggi grotteschi, vip del cinema e una missione: salvare il mondo.Tra tristi ricordi e speranze per il futuro, la regista/scrittrice si è raccontata a Cinemaitaliano.info.

Tutta la tua (dis)avventura è cominciata ai tempi della tua partecipazione al Centro Sperimentale di Cinematografia?
Nina Mimica: Indirettamente, si. Durante il primo anno del corso di regia al CSC, nel mio paese scoppio' la guerra. In quel periodo ho girato dei corti che esploravano la follia dei fatti in corso nei Balcani. In seguito, il mio saggio di diploma "Open House" era diventato il candidato italiano agli Oscar e la "La guerra e' finita" era approdato ai Golden Globe, e a quel punto mi sono sentita pronta per il primo lungometraggio. Ho scritto "Mathilde", una storia onirica ambientata nei Balcani che cercava di rispondere "alchemicamente" alle domande sull'odio sollevate nei due corti.

Cercando su Imdb informazioni sul tuo "Mathilde", si legge tra i nomi del cast quello di Jeremy Irons. Come è possibile che il film non sia mai stato distribuito?
Nina Mimica: Irons si innamoro' della sceneggiatura, e successe anche a Daniel Auteill, Harvey Keitel, Stephane Audrane, Hanna Scigulla e Goran Bregovic. Il film partì dalle "stelle" per finire alle "stalle" perche' improvvisamente vennero a mancare i soldi per completare le riprese. Ho speso 5 anni per portarlo a termine, ma la sceneggiatura originale, tanto amata da molti, non e' stata mai girata per intero. E' quel tipo di Assurdo che farebbe diventare una belva anche un coniglietto di peluche. Le liti tra i coproduttori prosciugarono pure i soldi della postproduzione, la pellicola fini' come ostaggio nelle mani dei legali d'un vecchio debitore dei produttori e credo che stia ancora li', in attesa che al debitore venga assegnata una quota produttiva di "Mathilde". Boh, ho visto cose che voi umani...

Credi che prima o poi ci sarà la possibilità di vederlo approdare in sala?
Nina Mimica: Lo stai chiedendo alla persona sbagliata. Ma d'altronde chi e' la persona giusta? I nomi dei proprietari di "Mathilde" cambiano piu' velocemente dei numeri del Nasdaq. E nessuno di loro mi ha mai contattata per chiarirmi cosa stesse succedendo con il mio film.

Perche' mai avrebbero dovuto?
Nina Mimica: Sono solo la sceneggiatrice/regista che gli ha portato un cast stellare e quasi 3 milioni di euro di finanziamento ministeriale. Non parlo il linguaggio degli avvocati, ergo, non esisto. Il mio linguaggio e' la fantasia. Cosi' provai' a immaginare, in chiave comica, le sorti d'un film il cui passato, presente e il futuro sono il mistero piu' celato del XXI secolo. Seguendo questo filo grottesco e' nato il mio primo romanzo, "Vivere fa solletico", una commedia sul mondo del cinema, su quel concentrato di anarchia che e' lo show business. Popolato da avventurieri, sognatori, cacciatori di successo, idealisti, cialtroni, ma sempre comicamente, miseramente umani.

Per il tuo libro, “Vivere fa solletico”, hai scelto un linguaggio in continua trasformazione, difficile da inquadrare in un unico stile. Come mai?
Nina Mimica: Istintivamente ho approcciato la letteratura con la stessa chiave stilistica che usavo nel cinema per far sentire al lettore/spettatore che il cambiamento e' la base di ogni vita, di ogni storia. Mi tiene in un'attenzione sospesa e continua, verso quello che c'è' oltre il linguaggio: verso la persona, verso lo stupore e la sorpresa.

Il primo banco di prova per il libro è stato il mercato croato. Come è stato accolto il libro dal pubblico e dalla critica?
Nina Mimica: E' stato un bestseller, i critici letterari ne hanno tessuto le lodi. Ora che e' uscito anche in Italia, leggo nei giornali reazioni simili: "la miglior opera prima", "oltraggiosamente divertente","e' una bomba!". Tutto ciò mi rallegra e stranisce al tempo stesso. Come scrittrice sto vivendo quello che ho sognato di vivere come regista. Il Destino e' uno sceneggiatore strafatto come Major Tom.

E in Italia come ci è arrivata la tua prima "fatica letteraria"?
Nina Mimica: Ho mandato a Einaudi le prime 60 pagine del romanzo scritte originariamente in italiano. Lo stesso giorno mi hanno risposto che lo volevano pubblicare. Per un attimo mi si e' gelato il sangue: il loro entusiasmo mi ha fatto ricordare la reazione di Irons quando lesse la mia sceneggiatura e mi dissi Oddio, non e' che anche questa volta poi...Ma pare che il mio karma abbia optato per una virata. La collaborazione con l'Einaudi e' stata meravigliosa, il libro e' distribuito dappertutto. Sorrido quando vedo che i lettori si sorprendono scoprendo che non si tratta d'un lacrimoso libro-terapia, ma di una commedia sfrenata.

Tornerai dietro alla macchina da presa o ormai ti ritieni una scrittrice?
Nina Mimica: Continuerò' a scrivere, a girare film e a sognare. Per legittima difesa.

01/06/2011, 14:51

Antonio Capellupo