Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di produzione de "L’Incantatore di Serpenti,
la Vita senza Freno di Gian Carlo Fusco"


Prodotta dalla casa di produzione romana Vega’s Project, in collaborazione con Rai 5 Trade e con il sostegno della Direzione Generale per il Cinema - Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la docu-ficiton diretta da Salvatore Allocca nasce con il desiderio di rendere il giusto omaggio a Gian Carlo Fusco, personaggio di spicco del giornalismo, della letteratura e della cinematografia nostrana del secolo appena trascorso. Tornando sui luoghi che lo hanno visto protagonista, da La Spezia a Viareggio, passando per Milano e Roma, il film cerca di ricostruire i tanti tasselli che vanno a comporre il “puzzle” di una personalità vasta, complessa ed eccentrica, che ha avuto il suo apice nella frenesia della Roma degli anni Sessanta. Una città che, proprio in quel momento magico per la scena artistica e nel pieno del boom economico, viveva il suo periodo più scanzonato e irrequieto.
E Gian Carlo Fusco, forse, è stato l’autore che meglio ha rappresentato, nei suo resoconti di cronaca e di costume, nei suoi irriverenti memoriali del Ventennio Fascista e nelle sceneggiature cinematografiche che ha firmato, quell’”italietta borghese” che si andava costituendo sempre più. “Un’Italietta”, come ce la racconta il nostro autore spezzino, degna della miglior tradizione della commedia all’italiana. Attraverso i ricordi di grandi del cinema (Mario Monicelli, Tinto Brass, di cui Fusco fu amico e collaboratore), della letteratura e di molti altri tra colleghi giornalisti e personaggi dei suoi resoconti (come il pugile Giancarlo Garbelli) e tanto repertorio, sia filmico che fotografico, L’incantatore di serpenti esplora il colorito mondo fuschiano e ciò che lo circondava.
Un film documentario divertente, divertito, scanzonato e, a tratti, anche drammatico che, con interviste realizzate in studio in una caricaturale e irriverente scenografia e sui luoghi dove Fusco ha vissuto, lasca emergere la caleidoscopica esistenza del grande “raconteur”, sempre sospesa tra realtà e fantasia, menzogna e verità, cronaca e poesia. Un “mondo” per anni caduto nel dimenticatoio e ora finalmente pronto ad essere riscoperto. Per sottolineare e rendere tangibile allo spettatore la componente istrionica e geniale del noto autore spezzino, alla più tradizionale struttura documentaristica fatta di interviste faccia a faccia e preziose immagini di repertorio riemerse dagli archivi Rai, si vanno ad affiancare brevi ma significative ricostruzione di “fiction”. Una sorta di film nel film, con attori in carne ed ossa che prestano volto e interpretazione per ridare vita all’appassionante e controverso universo fischiano; il tutto immerso in un nostalgico e poetico bianco e nero.
La storia, ambientata nella Roma degli anni Sessanta tra nights fumosi e piccola malavita, prende direttamente spunto da alcuni degli aneddoti più noti circolanti sulla doppia vita del giornalista. Il film punta soprattutto a rappresentare la sua capacità di osservare il mondo che lo circondava, con attenzione “fotografica”, e di “ritrarlo” nei suoi racconti orali, prima, e sulla carta poi. L’incantatore di serpenti, la vita senza freno di Gian Carlo Fusco dà voce ad alcuni degli aspetti più marcati della complessa figura del giornalista, dell’uomo e della persona, abbandonando i toni macchiettistici, spesso evidenziati da suoi colleghi, e facendo così emergere l’essenza di questa straordinaria figura.