Note di regia del documentario "Vittorio,
Capitan Pistone... e tutti gli altri"
A mio padre avevano già diagnosticato l’Alzheimer quando ho iniziato a riprendere con la telecamera i momenti che trascorrevo insieme a lui. L’ho seguito passo dopo passo nel suo viaggio a ritroso, l’ho visto perdere la capacità di orientarsi, fare di conto, usare parole appropriate, riconoscere gli oggetti e il loro uso.
Mentre mio padre tornava bambino, io cercavo con qualsiasi mezzo di trattenere i suoi ricordi, di ottenere informazioni su come aiutarlo, dargli sollievo. Una lotta solitaria, non tanto contro la malattia, quanto contro la mancanza di servizi, l’inefficienza, la burocrazia.
Eppure è bastato guardarmi attorno per rendermi conto di quante persone vivevano il mio stesso problema. Ho cominciato così a raccogliere le pagine strappate di altri libri, di altre storie e le ho rilegate insieme in questo documentario, dando voce e spazio a emozioni, pensieri, realtà che la scienza non può descrivere e che, solitamente, rimangono confinate nelle mura di una casa, chiuse nella prigione silenziosa in cui ti costringe l’Alzheimer.
Ho impiegato quasi 6 anni per realizzare questo documentario, convinta che la storia di Vittorio, Enzo, Pina, Massimo, Rinaldo, Eva, Franco, Amedeo e tutti gli altri ha un senso solo se non la si consegna all’oblio. La memoria è un patrimonio al quale attingiamo per immaginare e costruire un futuro migliore, e una società migliore è quella che non dimentica nemmeno chi è vecchio, malato, bisognoso.
Piccola nota finale sulla scelta del titolo: Vittorio è mio padre, Capitan Pistone uno dei suoi innumerevoli personaggi immaginari. Ho scelto lui come rappresentante della categoria perché, oltre ad essere uno dei più frequenti, ha un nome divertente, come tanti momenti passati con mio padre. Tutti gli altri... sono il milione di malati presenti oggi in Italia.
Mara Consoli