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Moviement, una collana di libri dedicata al grande cinema


Intervista a Gemma Lanzo e Costanzo Antermite, curatori della collana Moviement edita da Gemma Lanzo Editore


Moviement, una collana di libri dedicata al grande cinema
Finora solo un volume su 7 è stato dedicato al cinema italiano, al nuovo horror: come mai? Come vi ponete nel piano dell'opera verso il cinema italiano (nuovo e meno nuovo)? Ci possiamo aspettare qualche sorpresa in futuro?
Gemma Lanzo
: Il volume dedicato al cinema horror è nato da una passione verso il genere. Moviement, come sai, è una collana monografica ma il progetto prevede la realizzazione anche di “speciali” dedicati ad un tema o ad uno specifico genere cinematografico. Con questo numero abbiamo voluto in qualche modo ricordare come il grande cinema italiano sia stato anche altro, oltre naturalmente al cinema autoriale di maestri quali Rossellini, Fellini, Pasolini ai quali andrebbe dedicata una collana a parte … magari una “Moviement Classic”. Freda, Bava, Fulci, Margheriti hanno rappresentato un vero e proprio periodo d’oro per il cinema italiano creando pellicole che hanno largamente influenzato sia concettualmente che stilisticamente molto cinema a venire non strettamente “horror”. Per quanto riguarda il cinema italiano contemporaneo trovo molto belli i film di Paolo Sorrentino.
Costanzo Antermite: Il genere horror nel contesto della produzione cinematografica italiana è stato quello col più alto tasso di “autorialità” e alcuni dei registi che lo hanno praticato (Bava, Freda, Fulci, Argento) hanno imposto il loro stile e la loro estetica a livello internazionale. Questo è uno dei motivi principali (ma non il solo) che ci ha fatto propendere per una monografia dedicata all’horror “made in Italy”. Per quanto riguarda il cinema italiano nel suo complesso prima o poi Moviement dedicherà una monografia ad un autore che ha contribuito con la sua opera a renderlo importante. Per i registi che si sono affermati nell’ultimo quinquennio si dovrà attendere ancora un po’.

Come è nata l'idea di Moviement?
Gemma Lanzo:
L’idea è nata da una conversazione tra me e Costanzo Antermite entrambi appassionati di cinema, Costanzo è in realtà uno studioso…
Costanzo Artemite: …con Gemma c’è stata una perfetta identità di vedute sin dall’inizio. Prima ancora che Moviement si concretizzasse come progetto editoriale avevamo pensato di pubblicare, in traduzione italiana, un libro fondamentale per l’analisi testuale del film, Breaking the Glass Armor, di Kristin Thompson, uscito negli Stati Uniti nel 1988. I contatti con la Princeton University Press per i diritti di traduzione erano già ad un buon punto ma poi non se ne è fatto niente…
Gemma Lanzo: …potrebbe essere uno dei progetti futuri della Gemma Lanzo Editore. Comunque al mio rientro da Londra (città dove ho vissuto per un lungo periodo) nella piccola cittadina salentina, avevo in mente l’idea di far nascere una pubblicazione di cinema che affrontasse il film da una prospettiva nuova. Il cinema è la settima arte, è l’arte che le unisce tutte e solitamente chi è interessato al cinema segue volentieri anche i discorsi sulla pittura, la musica, la fotografia, la letteratura e così via. Penso che in questo Moviement cerchi di essere, lasciami passare questa parolona, “innovativo” perché permette agli studiosi delle più svariate discipline di scrivere di cinema. Fondamentale, inoltre, è la forma attraverso cui viene trasmesso il contenuto, nel senso che ci piace un tipo di scrittura diretta. Se hai delle buone intuizioni puoi scrivere dei saggi che arrivano ad un più vasto pubblico e non hai bisogno di girarci tanto attorno.

L'ultimo numero è dedicato ai fratelli Coen, su chi sarà il prossimo? E quando dovrebbe uscire il libro?
Gemma Lanzo:
Come si legge a conclusione dell’editoriale, questa volta non abbiamo voluto dare nessuna indicazione … chissà forse sarà proprio uno “speciale”.
Costanzo Artemite: Nei progetti di Moviement per il futuro, oltre agli autori, ci sono anche tematiche generali che investono trasversalmente la storia del cinema. Tra i grandi autori europei che meriterebbero una diversa attenzione e visibilità stiamo pensando già da tempo all’opera del regista ungherese Bela Tarr recente vincitore di un Orso d’argento al festival di Berlino con il film A Torinói ló (Il cavallo di Torino), 2011.

07/09/2011, 12:58

Carlo Griseri