Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di regia di "Zurkhaneh - The House of Strength"


Note di regia di
Voci, aspirazioni e contraddizioni dell'Iran moderno attraverso la lente dell'universo quasi inesplorato delle Zurkhaneh, i ginnasi tradizionali dove le arti marziali iraniane sono accompagnate da musica e poesia cantata. Fondato su cinque anni di ricerca etnografica, il film viaggia dalla diaspora iraniana in Canada verso l'Iran urbano, per approdare alla prima competizione olimpica internazionale della Zurkhaneh, in Corea del Sud. / La Zurkhaneh è un universo straordinario dove si intrecciano sport, etica, letteratura e poesia, musica, misticismo e religione, agonismo e aspirazioni olimpioniche. Ci sono Zurkhaneh in ogni città dell'Iran. Gli atleti provengono da ogni strato della società iraniana, ma una volta divenuti parte di un ginnasio si riorganizzano secondo una gerarchia di anzianità e di autorità morale che azzera le distinzioni di classe e si articola in modo del tutto simile a quella delle confraternite mistiche mussulmane.

Al vertice della gerarchia c'è il Morshed, che oltre a suonare il tamburo e a cantare poemi epici e sapienziali è la guida morale della comunità degli atleti. Fatta eccezione per alcuni sporadici servizi televisivi della CNN e della BBC e di un documentario francese degli anni '60, lo sport della Zurkhaneh è pressoché sconosciuto al pubblico italiano e internazionale. Ho scelto di raccontarlo in questo film attraverso le parole e le azioni delle persone che ho incontrato nella mia ricerca, evitando di proposito la presenza di una o più voci narranti. Mi auguro che questo progetto cinematografico consenta di intravedere la società iraniana post-rivoluzionaria evitando il più possibile le semplificazioni. Mi sono soprattutto posto il problema di schivare l'appiattimento di uno sguardo sull'Iran che si appunti su preconcetti comuni, o su definizioni monolitiche, o anche sulla perentorietà della prospettiva accademica dell'"esperto". Il mio obiettivo generale è quello di consegnare un'impressione dell'Iran e degli iraniani che riveli un'umanità complessa, animata da aspirazioni quotidiane, da prospettive non uniformi, da ironia, dal dolore della perdita e della memoria, da sogni a volte troppo grandi per essere realizzati e da momenti quotidiani in genere troppo piccoli per essere notati.

Federico Spinetti

29/08/2011, 08:47