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Note di Produzione del film "Mozzarella Stories"


Note di Produzione del film
“Tutto č nato dalla domanda che io e lo sceneggiatore Devor De Pascalis ci siamo posti riguardo a quello che succederebbe se un giorno qualcuno scomparisse non perché č morto, bensě perché č rimasto bloccato sotto il corpo della sua ‘voluminosa’ amante, deceduta, presumibilmente ‘felice’, durante un amplesso. Il soggetto del film ha preso il largo dall’idea di volere raccontare una storia che avesse al suo centro un motore narrativo ‘immobile’ ovvero un corpo abbandonato su un altro corpo che cerca di sfuggire. Intorno a questa immagine ‘suggestiva’, abbiamo voluto sviluppare un sistema di fili narrativi che, perň, partono da personaggi veri.” Il regista Edoardo De Angelis racconta cosě l’elemento scatenante il suo primo lungometraggio intitolato Mozzarella Stories, un film in cui il regista fa i conti con Caserta, la cittŕ dove č cresciuto. Un’esplorazione divertita e visionaria, del proprio immaginario personale con cui č cresciuto e che, come dimostrano anche i suoi cortometraggi, č diventato materia perfetta per un cinema ricco di fascino e di forti suggestioni. “Tutti i personaggi presenti nel film mi sono, in un certo senso, ‘noti’.” Continua il regista “Ciascuno di loro č, infatti, riconducibile ad una o piů persone che ho avuto modo di conoscere nella mia vita. In piů ho giocato a pallanuoto per molti anni e ho frequentato l’ambiente musicale della cittŕ. Tutti questi elementi mi hanno permesso di sviluppare, nel corso del tempo, il tessuto narrativo alla base prima del soggetto, poi della sceneggiatura e adesso del film. Prima ancora di diventare un racconto unico ed unificante, Mozzarella Stories č stato un insieme di personaggi e di storie che mi sarebbe piaciuto potere raccontare.”
Protagonista femminile del film č Luisa Ranieri, attrice per cui il film č stato scritto da Edoardo De Angelis insieme a Devor De Pascalis, a Barbara Petronio e Leonardo Valenti “Mi sono sentita molto lusingata quando ho scoperto questa cosa.” Dice orgogliosa l’interprete napoletana “All’inizio ero perfino un po’ spaventata di potermi esprimere in un personaggio pensato per me.” Continua l’attrice “Basta dire che quando interpreto certi film perfino i costumi sono pensati per ‘abbassare’ la mia fisicitŕ che, riconosco, appartiene ad altri tempi e puň risultare difficile, perché non troppo ‘moderna’. Quando Edoardo mi ha comunicato di avere scritto il personaggio pensando a me, mi sono resa conto che lui ha colto certe sfumature che, fino adesso, non avevo ancora avuto modo di esprimere.”
Mozzarella Stories č dominato da figure di donne uniche e tutte, a modo loro, affascinanti. Una celebrazione della femminilitŕ fortemente voluta dal regista “Ho sempre adorato l’universo femminile in quanto dolorosamente consapevole di non riuscire a comprenderne fino in fondo il mistero.” Dice ridendo De Angelis “Cercando delle radici realistiche nella storia inventata che stavo raccontando non riuscivo a trovare, negli uomini che ho conosciuto, nessun modello reale per costruire un personaggio maschile con le qualitŕ che volevo potere raccontare. Cosě ho capito che questo ruolo doveva essere ricoperto da una donna con il suo elemento alieno, imponderabile e misterioso che consente agli esseri di sesso femminile di essere piů ‘visionari’ degli altri e di trascendere, modificando la realtŕ cosě come la conosciamo. La mia č solo e soprattutto una fantasia cinematografica.”
Una fantasia la cui solida e delicata complessitŕ affascina Luisa Ranieri “In Mozzarella Stories, nonostante il regista sia un uomo, i maschi sono certamente tutti, chi per un verso, chi per un altro, dei “mostri”. E’, semmai, l’elemento femminile a portare un certo senso di progresso. Le donne sono, invece, tutte molto concrete. Anni fa ho interpretato un personaggio che diceva ‘le donne non fanno la guerra’. Sofia riprende quella filosofia e quella visione del mondo: le donne non amano la distruzione, ma preferiscono creare prospettive e costruire la possibilitŕ di avere nuove prospettive.”

Sulla stessa lunghezza d’onda č anche l’antagonista Autilia portata sullo schermo in maniera sempre straordinaria e carismatica da Aida Turturro che De Angelis ha voluto fortemente per il ruolo dell’amante tradita e abbandonata che il marito di Luisa non riesce, perň, a dimenticare. “Autilia č una figura, almeno in parte, romantica.” Spiega l’interprete italo – americana “Questa donna, infatti, č una figura perfetta, perché la sceneggiatura di Edoardo ce ne restituisce in pieno la psicologia. Ne conosciamo il passato, i dolori per essere stata abbandonata e ne apprezziamo la generositŕ quando il suo ex torna ad avvicinarsi a lei. Autilia č una persona molto vulnerabile ed č sempre interessante portare sullo schermo una donna che ha diverse sensibilitŕ dentro di sé e qualche contraddizione. Non č difficile, ovviamente, interpretare qualcuno che ha il cuore infranto…quello č semplice, anzi…quale donna che non ha mai conosciuto il dispiacere?”

Anche Sofia da ‘amante’ diventa ‘tradita’, una situazione che cinematograficamente diverte molto Luisa Ranieri “E’ la prova che l’amore non appartiene alla sfera dell’estetica, ma a qualcosa di piů profondo che ha a che fare con scambi ed intese molto peculiari e personali. Il mio personaggio č sempre “super”: super dinamica, super vestita, super in forma e suo marito cosa fa? Le dice ‘Sofia mangia un po’, perché sei troppo magra!”. Una battuta fantastica, perché sintetizza il desiderio di qualcosa di piů accogliente rispetto ad una moglie nevrotica che si alza, fa ginnastica ed č sempre ‘a tremila’. “ Edoardo De Angelis commenta: “Le donne sono, oggi, in grado di potere fare tutto e di gestire organizzazioni complesse molto meglio di quanto facciano gli uomini. In particolare le donne campane e napoletane hanno quel livello di risolutezza e libertŕ che, alle volte, risulta soverchiante rispetto a quello della loro controparte maschile. Gli uomini fanno fatica ad andare oltre con il proprio sguardo alle dinamiche esistenti. A differenza, invece, di quanto succede con le donne che riescono a preconizzare gli sviluppi e i cambiamenti del futuro. Sono sempre stato fortemente sedotto dalla risolutezza e dalla capacitŕ femminile di fare sempre e comunque come gli pare.”

Storia di donne, di mozzarelle, di camorra, ma anche di un’umanitŕ smarrita e un po’ lacerata, il film di Edoardo De Angelis esplora un mondo malinconico e pieno di ironia dominato dalla consapevolezza che tutto sia, in qualche maniera, destinato a ‘finire’. “Ne La cittŕ distratta lo scrittore e giornalista Antonio Pascale spiega come la mozzarella con la sua struttura e la sua porositŕ descriva benissimo, definendolo, il carattere degli abitanti di Caserta. Senza il libro di Pascale non ci sarebbe questo film, in quanto lui, con i suoi ragionamenti e le sue idee, ha profondamente colto il senso del mio immaginario e non solo. Basti pensare che la recente riedizione del libro porta una prefazione di Roberto Saviano, un mio coetaneo che frequentava il liceo scientifico negli stessi anni in cui andavo al liceo classico, che dice ‘Senza La cittŕ distratta non ci sarebbe stato Gomorra’. Inoltre, quando ho scritto il soggetto che parlava di mozzarella cinese, i produttori mi guardavano con sospetto pensando si trattasse di fantascienza. Poi, perň, i fatti di cronaca mi hanno dato ragione…”

Luisa Ranieri č entusiasta del lavoro svolto sul set dal regista e dal suo team “Quando ho ricevuto il copione sono rimasta impressionata dal fatto di avere davanti qualcosa di differente rispetto a quanto leggo in genere. E’ davvero un’altra cosa e io ho avuto grande fiducia in questo regista: Edoardo ha dimostrato subito di avere le idee chiare per sfruttare al meglio una sceneggiatura molto bella. Ho avuto la sensazione di fare parte di un film che fosse sospeso tra l’action movie e la commedia all’italiana che risentisse dell’influenza di registi come Tarantino e Almodovar. C’č un po’ di tutto nel DNA di Mozzarella Stories e io, come napoletana, sono molto felice di avere recitato in questo progetto: Caserta e i suoi abitanti ne escono bene in una storia dove il male muore e il bene cresce grazie al confronto e al dialogo con il diverso.
Un film originale, che secondo il suo autore č lo specchio di qualcosa di profondo “Credo che se un film deve assomigliare a qualcosa, allora deve essere simile alla vita. Un’esistenza degna di essere raccontata č fatta di momenti drammatici e anche di situazioni divertenti.” Conclude De Angelis “Non ho ispirazioni di tipo cinematografico o letterario. Non piů ormai, perché i personaggi si sono stratificati dentro di me. Quando immagino i protagonisti della storia che voglio raccontare, penso a loro come se fossero persone vere e realmente esistenti. Spero che questo accada anche a chi li guarda muoversi, amare, soffrire, uccidere e sopravvivere sul grande schermo.”