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Genova diventa il set di un film sulla danza


Genova diventa il set di un film sulla danza
Fotografia di Aline Nari
Dall’1 al 3 ottobre l’Associazione ARTU sarà impegnata a Genova nelle riprese del film "Least Common Multiple" nell’ambito del Programma Cultura 2007-2013 dell’Unione Europea.

Otto partner del circuito internazionale CIUDADES QUE DANZAN (CQD) - i festival DIES DE DANSA di Barcelona e EMPAPE di A Coruña (Spagna), CORPI URBANI di Genova e INTERFERENZE di Teramo (Italia), DANTZA HIRIAN di Hiria, Baiona e Donostia (Spagna-Francia), DANCING DAYS di Swansea (Gran Bretagna), CITY HOPPERS di Malmö (Svezia), DANSE EN VILLE di Liege - Eupen (Belgio) - condividono l’obiettivo comune di promuovere la danza contemporanea nei contesti urbani, analizzare la relazione tra architettura, danza e pubblico e osservare come questa si applica ai diversi territori.

“Least Common Multiple” prevede tre diverse attività che si concluderanno entro il 2011 e che consistono in un gruppo di studio, la realizzazione del film e la pubblicazione di un’edizione speciale della rivista Dancing Cities (che il circuito CQD pubblica dal 2007).

Genova, Barcellona, Swansea e Hiria condividono inoltre la realizzazione di un film, con la regia dello spagnolo Roger Gual e il coinvolgimento di compagnie di danza e videomakers dei diversi territori.

Il film è una nuova avventura, scaturita dalle relazioni internazionali che ARTU ha saputo coltivare in questi anni e resa possibile grazie al prezioso sostegno di Genova Liguria Film Commission, Fondazione Edoardo Garrone, Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura.

Le giornate di riprese toccheranno alcuni luoghi simbolo della nostra città e alcuni angoli più nascosti del centro storico: la prospettiva nasce dalla stessa conformazione del territorio e ne ritrae alcuni elementi caratteristici, primo fra tutti quello della verticalità. La traccia narrativa del film è la storia di un incontro impossibile tra un uomo e una donna che attraversano la città su due piani differenti fino ad incontrarsi sui tetti di Genova. La contrapposizione tra alto e basso, oltre a restituire la cifra surreale della danza di Nari e Frangioni, offre la possibilità di soffermarsi sulla verticalità come dimensione privilegiata attraverso cui guardare Genova. I vicoli stretti del centro storico, la monumentalità di Palazzo Ducale, la meravigliosa vista dal mare sulla città costituiscono lo scenario per il movimento, mentre il gesto e il corpo permettono di guardare al contesto urbano attraverso un’angolazione diversa in cui la quotidianità si apre all’immaginazione.

29/09/2011, 18:18

Carlo Griseri