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FESTIVAL DI ROMA - il Maestro e "L'illazione" che gli rovinò la vita


Ritrovato dopo 40 anni, l'unico film di Lelio Luttazzi da regista, viene presentato al Festival di Roma. Domenica 30 ottobre alle 17,30 un'anteprima mondiale per il pubblico del festival, e alle 22,00 in onda su Rai5. La pellicola, dimenticata per quasi 40 anni negli archivi Rai, è stata restaurata da "L'Immagine Ritrovata" di Bologna, grazie all'impegno della moglie del compositore e al contributo di Rai5.


FESTIVAL DI ROMA - il Maestro e
Lelio Luttazzi a sinistra, con il cast del film
Per presentare "L'illazione" non si deve commettere l'errore di attualizzare a tutti i costi il tema. L'oggi, i collegamenti con il presente (tanto cari a molti esperti del settore) non farebbero che rovinare un'opera così onesta da sembrare ingenua.

Il film di Lelio Luttazzi, opera prima e unica, girato nel 1972 è una fotografia di una certa Italia di quei tempi anche se a uno sguardo superficiale potrebbe sembrare soltanto l'esigenza di affrontare l'argomento giustizia, o meglio gli errori giudiziari, la fallibilità e l'impunità dei giudici.

Lelio Luttazzi, compositore, pianista nato a Trieste nel 1923, era all'apice della carriera in radio, in tv e al cinema quando venne coinvolto, per una stupida telefonata (un piacere fatto all'amico Walter Chiari) in un giro di spaccio di stupefacenti. Dopo 27 giorni in isolamento a Regina Coeli, venne dichiarato estraneo ai fatti e rilasciato senza accuse. 27 giorni che gli cambiarono la vita; incubi notturni, frustrazione per l'ingiustizia subita e la disgrazia di venir ormai sempre associato a quella vicenda. Evento che, causato da giornalisti incapaci o a caccia di titoli d'effetto, riportavano erroneamente il suo nome come collegato a quel caso da cui era uscito completamente pulito.

Nel 1972, dopo appena due anni dalla detenzione, scrisse e diresse questo film, "L'illazione", che ricorda per svolgimento e ambientazione La Panne di Friedrich Durrenmatt, ma al contrario; un giudice invitato ad una cena prova, solo per deformazione professionale (o di personalità), a mettere sotto accusa i commensali che finiscono vittime delle sue illazioni.
Alle considerazioni filosofiche, ma molto concrete, si alternano momenti onirici e parapsicologici, con visioni di spiriti che si alternano a sogni e alla semplice realtà.

Un film dimenticato, prodotto dalla Rai che non lo mandò mai in onda, ritrovato in un trasloco dalla moglie che gli ha ridato vita dopo la scomparsa, nel 2010, del Maestro. La copia Rai, restaurata grazie al contributo di Rai5, nonostante il degrado causato dalla cattiva conservazione, mantiene quei colori tipici di certa pellicola usata nei primi anni 70, restituendo fedelmente l'atmosfera dell'epoca.
"L'illazione", malgrado qualche ingenuità di sceneggiatura e regia, è interessante nel mostrare l'Italia di allora, con molti artisti e intellettuali che si allontanavano dalle città rifugiandosi in campagna. Un'Italia che dopo cena riusciva a discutere di argomenti interessanti e non solo a lamentarsi della vita e del proprio lavoro.

Lelio Luttazzi realizzò un film innocente, come era ancora l'Italia di allora e come lo era lui, in quella disavventura giudiziaria che gli cambiò la vita.

26/10/2011, 09:00

Stefano Amadio