FESTIVAL DI ROMA - Un giorno questo dolore ci sarà utile?
James ha diciassette anni, vorrebbe sentirsi sempre come se fosse a colazione, non ama parlare se non ha cose interessanti da dire.
James è un giovane normale: un sognatore, un romantico, che non ha ancora un obiettivo preciso, continua a fare scherzi, ma ama leggere e passare le giornate in campagna dalla nonna Nanette. Non vuole iscriversi al college perché non vuole una laurea, non vuole fare l’avvocato perchè preferisce svolgere un lavoro da artigiano, come il calzolaio.
James è un contemporaneo
Holden Caulfied, diventato nel frattempo un pacifico indignato, che non si chiede più la meta delle papere quando l’acqua del laghetto ghiaccia, ma perché chi lo circonda continua a considerarlo un disturbato, un asociale e un solitario.
Incompreso dalla mamma, che lo ritiene strano e gli fissa per questo appuntamenti con una
Life Coach non convenzionale; scambiato per gay dal padre, che ricorre continuamente alla chirurgia estetica, solo perché invece di ordinare, come lui, una bistecca al sangue, preferisce un’insalata,
James riuscirà a scoprire attraverso flashback adolescenziali la sua vera identità. Una persona molto sensibile e molto profonda, con un nuovo erede spirituale da seguire: la nonna
Nanette, l’unica capace di comprenderlo.
In una
New York insolita, percepibile nel film solo dai grattacieli,
Faenza racconta in "
Un giorno questo dolore ti sarà utile", ispirato al romanzo di formazione di
Peter Cameron, la costruzione dell’identità di un giovane simile a Holden che ha una famiglia anomala e stramba.
Una produzione Italia-Usa di
Elsa Ferri per
Jean Vigo, della costumista premio Oscar
Milena Canonero, di
Ron Stein, con un cast azzeccattissimo, curato da
Avy Kaufman, in cui spiccano l’interpretazione del giovane
Toby Regbo, una fotografia splendida e una colonna sonora interpretata da
Elisa mostrano un affresco di
New York, dai colori rinascimentali, ma dall’attuale spirito indignato.
03/11/2011, 15:00
Alessandra Alfonsi