Note di regia del documentario "White Men"
Di fronte a quelle vite quasi normali, torturate dallo spettro della morte oltre che della malattia, rimane spazio solo per un cinema essenziale. Quindi il bianco e nero, l’assenza di musica, la sospensione del giudizio. Nell’orrore ci si scopre inermi perché vengono disarmate le proprie categorie mentali. Non esiste più l’apertura alle due strade cui siamo abituati a pensare come vie di fuga: l’angoscia e la speranza. Rimane solo l’esercizio della vita che si coniuga in una sorta di resistenza. E delle riprese che non sono altro che un residuo. Un film minimo.
Alessandro Baltera e
Matteo Tortone