Il piacere di ascoltare un "disco" - Al Road to Ruins FF
Eliminati, emarginati, esclusi: questa è la fine che hanno fatto molti dischi a
33 e
45 giri che, fino all'avvento del cd, riempivano le nostre librerie.
Ma c'è chi non ha mollato la presa colpito da una strana malattia detta "
Vinylmania". Per alcuni è solo collezionismo, per altri una vera forma ossessiva; comunque un movimento, quello legato ai dischi in vinile, che sta riuscendo a rilanciare il mercato. Non solo vecchi pezzi da mercatino, ma una vera e propria industria di nuova musica su supporto analogico, nero o di qualsiasi altro colore, comunque solcato dall'onda sonora accarezzata da una punta di diamante.
"
Vinylmania" di
Paolo Campana, è un documentario autobiografico, scritto e diretto da chi la mania ce l'ha davvero.
Campana, che nella vita fa il dj (rigorosamente suonando dischi in vinile), gira il mondo a caccia di maniaci del disco; dal Giappone, dove trova chi suona i dischi in "free style" come strumenti, e chi ha costruito un lettore a laser che sostituisce la classica puntina; e poi negli Stati Uniti, in quella New York ancora ricchissima di negozi pieni di Lp e 45, e dove in molti vanno a cercare le chicche per la collezione o semplicemente per il piacere del proprio orecchio. Fino in Francia dove incontra un vero maniaco del disco. Un personaggio che vive alla ricerca di vinili e che si sveglia alle 4 di mattina cominciando la caccia al pezzo mancante per mercatini di provincia.
Vinylmania è un viaggio che appassiona non solo gli adepti, coinvolgendo lo spettatore anche grazie alla speranza di poter rivedere in circolazione opere d'arte anche visive (le fantastiche copertine), dopo l'invasione del freddo, piccolo e inumano cd.
Il film, prodotto da
Edoardo Fracchia per la
Stefilm di Torino, è già passato su Arté e alla ZDF tedesca e in Italia ha avuto la sua presentazione a Roma nell'ambito del Road to Ruins Film Festival al Cinema Farnese.
22/11/2011, 13:04
Stefano Amadio