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Note di regia del documentario "Poi venne la Casa Vera"


Note di regia del documentario
A ricercare negli archivi audiovisivi la memoria storica della situazione abitativa nella capitale nell’immediato dopoguerra, si incontrano documentari spesso d’autore, filmati di militanza politica e, soprattutto, film a soggetto, alcuni dei quali molto noti, ambientati nella cintura periferica romana, nelle borgate, nelle baraccopoli.
Ma se si vuole trovare memoria della nascita e dello sviluppo del movimento democratico e cooperativo per la casa, per il risanamento delle periferie, per il miglioramento delle condizioni di vita delle fasce emarginate e, soprattutto, conoscere la storia degli uomini che hanno inventato, in tempi certamente difficili, un modo nuovo per risolvere i tanti problemi connessi con il vivere civile nella città, allora ci si rende conto di quanto la nostra storiografia audiovisuale sia carente.
Sembra che nessuno, nel cinema o nella tv, si sia mai voluto cimentare con l’argomento o si sia provato a ricostruire ed analizzare appieno le vicende (e il lavoro) di coloro che si impegnarono a trovare modalità di soluzione dei grandi problemi connessi alla necessità di possedere una casa vera. Si parla di un tempo in cui c’erano centinaia di migliaia di persone a Roma che erano senza tetto (o se lo avevano non era di muratura), che vivevano ammassati in pochi metri quadrati, o erano sistemati in agglomerati senza acqua o luce. Di quando non esisteva ancora una legge che promuovesse e consentisse il vivere civile a grandi masse svantaggiate spesso afflitte dalla carenza di lavoro, anche di quello precario.
Eppure il risanamento delle borgate periferiche di Roma, la eliminazione delle baraccopoli dalla skyline della città, lo sviluppo del sistema cooperativo per la costruzione di case economiche, sono eventi fondamentali nella vita della capitale, che affondano le loro radici nelle vicende storico-politiche del dopoguerra e che trovano i loro padri artefici in una serie di personaggi quasi sconosciuti ai più. Certamente si tratta di uomini e fatti che non si studiano a scuola o non fanno parte di una didattica sociale supportata dai mezzi di comunicazione di massa.
Per queste ragioni, e non soltanto per motivi di affezione – Maria Pia, uno dei due autori del film Poi venne la casa vera, è figlia di Virgilio Melandri, il fondatore delle Consulte Popolari e dell’Associazione Italiana Casa - abbiamo ritenuto importante la realizzazione di un film di ricerca che ricostruisse la storia della nascita e dello sviluppo di quelle istituzioni cittadine democratiche che, a partire del 1948, hanno contribuito all’evolversi positivo dei problemi abitativi di Roma.
Dalla nascita del Centro Cittadino per le Consulte Popolari, a quella delle associazioni per il risanamento delle borgate, l’unione dei lottisti fuori piano regolatore e degli inquilini; dalla fondazione dell’Aic alla emanazione della legge 167; dalla realizzazione dei primi complessi residenziali cooperativi allo sviluppo del movimento democratico per l’abitazione, fino alla situazione dei nostri giorni, il film racconta la storia di uomini e donne impegnati in prima fila per l’ottenimento della residena, del diritto alla casa e al vivere civile, di coloro che aderirono ai primi esperimenti di lotta e di associazionismo organizzato, dei progettisti, dei promotori, dei fautori di un programma sociale che all’epoca sembrava quasi un’utopia: la casa non più privilegio di pochi.

Paolo Isaja e Maria Pia Melandri