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FESTIVAL DI TORINO "Inconscio italiano" secondo Guadagnino


Un'analisi critica che parte dall'invasione italiana in Etiopia del '35 per tentare di svegliare le coscienze dallo stato di "inconscio" in cui per anni sono piombate.


FESTIVAL DI TORINO
E' il 3 ottobre del 1935, l'Italia invade l'Etiopia e i cinegiornali esaltano l'impresa voluta dal duce, mascherando così il massacro che da li a poco si sarebbe consumato e facendo piombare il popolo italiano nel più profondo "inconscio".

L'analisi critica dei fatti accaduti e la sequenza di immagini tenute nascoste per anni, stanno al centro di "Inconscio Italiano " di Luca Guadagnino, presentato fuori concorso nella sezione "Italiana.Doc" della 29a edizione del Torino Film Festival.

Un film che ne racchiude due. Nei primi settanta minuti si susseguono sei interviste "a tema" ad esperti e studiosi dell'argomento: Angelo Del Boca tocca la pagina storica, Lucia Ceci quella sociologica, a Iain Chambers il compito di approfondire il tema dal punto di vista della religione, Michela Fusaschi lo riprende in chiave culturale, Alberto Burgio parla della nascita del razzismo e Ida Dominijanni si sofferma su una lunga analisi politica paragonando il culto del duce con il moderno berlusconismo.

La seconda parte si presenta invece come un montaggio isterico e volutamente fastidioso, e mostra corpi di etiopi carbonizzati, bambini istruiti per scrivere "viva il duce" e sorrisi idioti di italiani giunti in quei posti per compiere un eccidio nascosto dalle favole della liberazione dalla schiavitù e dell'aiuto umanitario.

L'idea nobile che sta alla base del film di Guadagnino, che conosce bene l'Etiopia avendoci trascorso l'infanzia, si scontra con le discutibili scelte temporali, che ne fanno un film importante per i contenuti ma prolisso e noioso nella forma.

28/11/2011, 12:40

Antonio Capellupo