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Bindu De Stoppani: "Volevo catturare un ticino fermo"


La regista di "Jump" racconta la realizzazione del suo film: una commedia ambientata in Svizzera di stampo fiabesco.


Bindu De Stoppani:
Perché ha scelto di girare nel Canton Ticino?
Bindu De Stoppani: Torno spesso in Ticino da Londra dove vivo ora, avevo già girato due corti prodotti dalla RSI e mi è sembrato naturale rivolgermi a loro per il mio primo lungometraggio. Mi ha aiutata anche l’ufficio federale della cultura. Sono stata fortunata, non è un buon momento per il cinema nemmeno in Inghilterra.

Come siete stati accolti dalla gente del posto?
Bindu De Stoppani: A Intragna dove ho girato la maggior parte del film la gente ci ha accolto molto bene e era molto calorosa. Non ho rappresentato un Ticino moderno, volevo catturare un Ticino fermo a più di vent’anni prima nella memoria di Alice. Un Ticino senza tempo, spero che venga apprezzata la dimensione fiabesca.

Lei ha dichiarato di non aver appreso la regia nei corsi ma di averla imparata sul campo ai registi che l’hanno diretta. Da chi in particolare?
Bindu De Stoppani: Un po’ da tutti ma cerco di essere me stessa e avere la mia voce. Sui set mi piaceva trattenermi oltre al mio lavoro e osservare come il regista interagiva con gli altri attori e i componenti della troupe. Più di tutti mi sono ispirata a Danny Boyle, che mi ha diretta in "28 days later" e "The beach". Avevo notato che cercava di stabilire un rapporto personale con tutti e tendeva a richiamare le persone con cui aveva già lavorato. Ho preso molto anche da Silvio Soldini. Avevo frequentato la scuola di recitazione e la mia forza è lavorare con gli attori. Sul set so gestirmi e creare un piano di lavoro.
Uno dei protagonisti, il piccolo Nicola, è affetto da epilessia e viene filmato durante alcuni attacchi.

Come è stata vissuta questa tua scelta?
Bindu De Stoppani: Il bambino l’ha vissuta molto bene, era molto professionale e conscio di stare recitando. Gli avevo spiegato come avvengono le crisi epilettiche e come iniziano. Siamo stati anche alla società svizzera di epilessia, ha parlato con un medico e ha capito. I genitori erano un po’ più restii, anche solo a parlare della malattia. Non è contagiosa, è qualcosa che accade. Chi ne è affetto conduce una vita normale ma spesso viene emarginato e è solo. Da bambina una mia carissima amica era epilettica, anche mia sorella ne soffriva in forma leggera. E’ una cosa che avevo sperimentato personalmente, per questo ho voluto parlarne.

Il film uscirà in Italia?
Bindu De Stoppani: Il nostro distributore Telepool ci sta lavorando e dovrebbe essere a buon punto perché esiste già la versione italiana del film.

10/12/2011, 10:06

Ambretta Sampietro