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SOTTODICIOTTO 2011 Jimmy T. Murakami e l'animazione


Il regista nippo-americano protagonista di una retrospettiva al festival torinese, che prevede anche la proiezione del doc "Non-Alien"


SOTTODICIOTTO 2011 Jimmy T. Murakami e l'animazione
Protagonista nell'ultima giornata di Sottodiciotto con la proiezione di moltissimi suoi lavori e del documentario "Non-Alien" sulla sua esperienza da internato negli Stati Uniti dopo Pearl Harbor (aveva cinque anni e la sua condizione è stata comune a quella di molti altri nippo-americani), Jimmy Teruaki Murakami è a Torino per incontrare il pubblico.

"Cerco di fare film per tutti, che siano semplici e comprensibili ad ogni livello: l'animazione ha il dono di poter essere compresa da tutti, se mantenuta semplice e lineare, e io ho cercato in tutta la mia carriera di comunicare con il pubblico in modo immediato, anche quando ho affrontato temi complessi. Cerco di mostrare gli esseri umani davanti alla tragedia", ci ha raccontato.

"Per me l'animazione è da adulti, è solo una tecnica. Ora è quello che cerca di fare anche la Disney, da quando c'è John Lasseter - persona di cui ho grande stima - mi sento molto più vicino a quell'azienda".

Un consiglio per i giovani che vorrebbero seguire la sua strada? "Io a 16-17 anni non pensavo all'animazione, volevo fare il pittore. Mi sono trovato in questo campo quasi per caso: il mio consiglio per i giovani è quello di non innamorarsi troppo del computer, è solo un mezzo. Sarò antiquato, ma per me è fondamentale che i giovani "sentano" la carta, la matita, quello che c'è intorno a loro... Altrimenti è tutto artificiale".

17/12/2011, 11:35

Carlo Griseri