Note di regia del documentario "La Mia
Bandiera. La Resistenza al Femminile"
Il lavoro delle partigiane è stato delicato, duro e sempre pericoloso. Le partigiane infatti avevano il compito di trasportare informazioni e viveri ma molto spesso anche armi e munizioni, salendo attraverso le scoscese pendici degli appennini o i campi della pianura, percorrendo decine di chilometri in bicicletta o a piedi, col rischio di essere individuate dalla polizia fascista.
Per la loro importanza strategica non di rado furono vittime di rastrellamenti, abusi e torture che nei casi più gravi portarono alla morte. E’ il caso di Irma Bandiera, catturata dai fascisti, torturata e infine fucilata al Meloncello di Bologna, per aver trasportato delle munizioni per conto della resistenza. Queste esperienze hanno lasciato un segno indelebile nelle donne che ne sono state vittime e ed è solo attraverso la sensibilità di altre donne, studiose e ricercatrici, che è stato possibile raccogliere le loro testimonianze, la cui memoria per l’età anagrafica dei testimoni potrebbe andare perduta da un momento all’altro.
Attraverso i contributi storici delle associazioni ANPI emiliane e romagnole, dell’Istituto Storico Ferruccio Parri e attraverso i racconti dei partigiani e delle partigiane sono state raccolte informazioni orali e immagini capaci di raccontare con un buon grado di veridicità la resistenza così com’è stata vissuta da alcune delle donne che ne sono state protagoniste.
L’ insieme di questi racconti sarà inoltre utile per introdurre alcuni momenti fondamentali della vita di Irma Bandiera che verranno ricostruiti sia attraverso i documenti ufficiali che attraverso momenti di fiction recitata. Tutte le partigiane hanno condiviso infatti con Irma Bandiera la separazione dalla propria famiglia ad un età giovanissima, l’adesione ai gruppi di liberazione e il conseguente passaggio alla vita clandestina, e hanno vissuto rischiando costantemente la propria vita per un ideale.
Per questo, la figura di Irma Bandiera rappresenta una delle più rappresentative della resistenza al femminile custode di valori come il coraggio, la determinazione e il sacrificio per gli altri, in nome della libertà. Riteniamo inoltre che questi valori siano ancora attuali e trasmissibili alle generazioni future, non solo sul territorio regionale, che è stato il principale teatro di questi eventi, ma anche su scala nazionale. Reputiamo la memoria un ingranaggio collettivo che vada costantemente oleato e confidiamo nella capacità del nostro progetto di stimolare occasioni di dibatto e confronto sui temi della resistenza e sul ruolo della donna.
Giuliano Bugani e
Salvo Lucchese