Note di regia del film "Maria di Nazaret"
Ho cercato di fare del mio meglio per realizzare la storia più antica e semplice del mondo, quella di una madre e di un figlio. La magia dell’attesa e la gioia del primo incontro, la dedizione totale, l’amore sconfinato e, con l’andare degli anni, la necessità del distacco.
Ma nella nostra storia questo percorso naturale è portato ad un estremo dove nessuno era mai arrivato. Perché questa volta la madre è lei, Maria. La donna che Dio sceglie per essere la madre di Suo figlio. E il figlio è Gesù.
Maria accetta con umiltà il mistero di questa missione d’amore che fin dall’inizio le si presenta difficile, e la compie in salita, passo dopo passo fino a comprendere che per lei distaccarsi dal figlio significa lasciarlo andare verso la Croce.
Ecco, nella nostra storia di Maria ho cercato di coniugare questi due aspetti: la semplicità dell’amore umano che meglio conosciamo e il Mistero più alto che ci possiamo immaginare.
Maria è qui in mezzo…
Ho quindi cercato di non mettere Maria sul piedestallo come una statuina ma neanche levarle quella profonda Consapevolezza e Fede che l’accompagnano in ogni passo della “sua “ via crucis. È stato per me un grande privilegio lavorare a questo progetto. Per prepararmi ho letto di fila i quattro Vangeli e sono rimasto folgorato dalla loro potenza e chiarezza. Per avvicinarmi ancora di più a Maria mi sono affidato alla le grandi mistiche Anna Katharina Emmerick e Maria Valtorta.
Le loro visioni e i relativi racconti hanno risuonato in me molto più dei vari saggi storici o teologici che anche ho letto.
Le immagini più intense che ho cercato di realizzare nel film le ho prese da loro…
Scegliere il cast di questo film era delicato e difficile, anche perchè tutti hanno una propria idea di Maria. Abbiamo fatto il cast a Roma, Parigi, Londra, Berlino.
C’eravamo orientati su di una francesina molto carina e rassicurante, ma poi ho visto un provino che una sconosciuta attrice tedesca si era fatta da sola davanti al computer, perchè in quel momento era ad Haiti, credo per una missione umanitaria. Il filmato era anche un po’ buffo ma trasmetteva una grande pace. Sono rimasto colpito. L’abbiamo chiamata a Roma, effettivamente non aveva quasi niente in comune con la Maria che mi ero immaginato, ma quando le ho fatto il provino ho subito sentito che era lei, Alissa Jung, l’attrice che stavo cercando. Lavorando con lei Maria sarebbe diventata una donna vera, umile ma anche forte, profonda e consapevole. Alissa nella vita ha due figli e questa “conoscenza materna” dona a Maria una dolcezza quotidiana mai melensa che ci conduce per mano nella prima parte del film. È invece il suo terribile dolore in lotta con la Speranza della Fede che riempie lo schermo nella seconda parte.
Paz Vega è una perfetta Maddalena. Bella, sexy, leggera… ma che al momento giusto trova i toni profondi per raccontare il buio del dramma umano. È il personaggio più vicino a noi, che cerchiamo nel mondo la via facile per raggiungere quello che pensiamo sia la felicità: la ricchezza, i piaceri, il potere. E così, dai piccoli compromessi arriviamo a quelli sempre più grandi che prima o poi ci porteranno ad un amaro risveglio. Maddalena scopre di aver buttato la sua vita. Ha perso anche l’ultimo briciolo di dignità e diventa una prostituta. È disperata, senza speranza, pronta a morire. Ed in questo momento incontra Gesù. Che le salva la vita e, proprio con l’aiuto di Maria, le ridona speranza e nuova luce. Questo è un messaggio potente che passa nel film. Ognuno di noi, anche la persona più invischiata e disperata può in ogni momento, con un sincero cambiamento, ritrovare la Luce.
Antonia Liskova ha generosamente dato vita alla diabolica Erodiade. Granitica nella sua malvagità, Erodiade era un personaggio difficile da rendere interessante e sfaccettato. Antonia l’ha resa terribile ma anche sottile e suadente, donandole il fascino che il Male spesso possiede.
Come e dove trovare Gesù?
Incontri… provini… niente!
Poi un giorno, a Berlino durante il cast per Giuseppe, è arrivato Andreas. Destabilizzando la casting, gli ho subito proposto di cambiare personaggio e abbiamo provato insieme il discorso della montagna, “ le Beatitudini”. E nei suoi occhi ho trovato la dolcezza e la forza dell’Amore che cercavamo per Gesù. Luca Marinelli è un bravissimo attore. Porta finalmente sullo schermo, con empatia e naturalezza, un Giuseppe giovane, cosciente della propria scelta. È stato un piacere lavorare con lui. Con lui, con Alissa, Paz e Andreas, siamo entrati profondamente nei personaggi, consapevoli della grande responsabilità di questo film. Sul set in Tunisia nel corso delle otto settimane di ripresa c’era la solita gran
confusione, alimentata anche dalle almeno quattro lingue diverse (arabo, francese, italiano, inglese… più spagnolo e vari dialetti arabi). Ma posso dire che tra me e gli attori c’è sempre stata una concentrazione e una comunicazione speciale.
Non si sono risparmiati nulla. Andreas nella via crucis ha voluto trascinare la vera pesantissima croce di legno massiccio, e nella scena della crocifissione non ha voluto essere sostituito dallo stunt nemmeno per le inquadrature in campo lungo. Paz nei pochi giorni liberi ha provato e riprovato le coreografie del ballo. Alissa non ha avuto nemmeno un giorno libero e sul set ha veramente esercitato la Santa Pazienza (soprattutto con il velo!). Tutti hanno spesso rinunciato ad una parte delle loro ore contrattuali di riposo…
Siamo però stati ripagati da tante piccole grandi cose che sono capitate sul set. Una per tutte il sorriso di Gesù appena nato. Vorrei ricordare anche gli altri attori che hanno generosamente arricchito il film con i loro volti .
Andrea Giordana, un Erode incisivo e mai banale, Marco Foschi un potente e ispirato Giovanni Battista, il commuovente e sereno Simeone di Mariano Rigillo, il carismatico e nello stesso tempo fragile Pilato di Remo Girone, il ruvido Gioacchino di Bobo Citran, il curioso e moderno Re Antipa di Johannes Brandrup e tanti altri grandi attori come Thomas Trabacchi, Antonella Attili, Sergio Muñiz, Marco Messeri, Teresa Acerbis, Marco Rulli, Tony Laudadio, Nikolai Kinski, Alice Bellagamba e i bravi attori tunisini.
Vorrei ricordare anche il cast tecnico (guardate i nomi!). Scrittura, editors, fotografia, scenografia, costumi, montaggio, edizione, producers. Mi sembra, vedendo il film finito, che ci sia un’unità di direzione, una linea comune, dove il lavoro di uno esalta quello di un altro. Tutti hanno dato qualcosa in più della loro “professionalità” e non intendo solo lavorare veramente senza sosta, ma qualcosa che ha più che fare con il cuore che con il portafogli. Nei momenti difficili o di divergenza di opinioni nessuno è mai stato arroccato sulle proprie posizioni. Tutti insieme abbiamo lavorato per fare il miglior film possibile .E voglio ringraziare i produttori che hanno voluto e reso possibile tutto questo, mettendoci a disposizione in Tunisia una vera miniera d’oro nei fantastici teatri di posa e nelle squadre di artigiani, sarte , costruttori pittori, scultori con competenze artigianale d’altri tempi.
Insomma penso che abbiate capito che per me, ma forse per tutti noi, è stato un progetto speciale.
Luca Bernabei ha avuto la bella idea di dedicare questo film alle nostre mamme, a tutte le mamme. Che hanno verso i figli un amore totale, incondizionato, che dona tutto senza chiedere nulla in cambio. Effettivamente è l'unico amore umano che pallidamente può ricordare quello divino, che forse è proprio un riflesso dell'Amore Divino.
Vorrei allora ringraziare mia madre che tante volte è stata per me questo riflesso, e voglio ringraziare mia moglie e mamma dei miei due figli più piccoli per il continuo esempio di amore incondizionato e per essermi stata vicina in Tunisia in questa avventura e per essermi vicino in questa grande avventura che si chiama Vita.
In questo momento di crisi, di pensiero debole, d’incertezza e di paura penso che questa giovane mamma, Maria di Nazaret - che accetta consapevolmente di partorire un figlio “illegittimo” sapendo di rischiare la lapidazione per adulterio, che accetta la solitudine, l’ostilità della sua gente, che per salvargli la vita è costretta ad emigrare, e che seguirà suo figlio fin sotto la croce dove sarà ucciso come un delinquente - abbia ancora molto da dire a tutti noi.
Maria crede. Accetta il dolore.
Il Mistero. Il Rischio.
Perché è la donna più famosa e più “fotografata” della Storia?
Giacomo Campiotti