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IL BOSCO FUORI - Sangue e budella nel film di Albanesi


L'opera prima di Gabriele Albanesi, horror datato 2006, è un importante esempio di cinema di genere moderno


IL BOSCO FUORI - Sangue e budella nel film di Albanesi
Daniela Virgilio
Finire nelle grinfie di tre balordi che ti picchiano selvaggiamente e vogliono violentare la tua ragazza è il peggiore dei mali possibili? Questo sembra, almeno inizialmente, quando Aurora e Rino vengono aggrediti in un bosco dove si erano rifugiati per fare l'amore indisturbati e si stavano attardando a parlare della loro relazione.

Fortuna che una coppia passa di lì proprio in quel momento, e prontamente li salva. Ma sarà davvero stata una fortuna?

"Il bosco fuori" riprende un canovaccio tipico di un certo horror (poi sempre più frequente, anche in Italia), quello della prima minaccia che non è mai quella più grave, e la espande al massimo. Fin troppo, se è vero che la povera Aurora non sa da che parte scappare e finisce sempre nelle grinfie di assassini spietati...

Sangue ne scorre a fiotti, budella anche ma mancano gli spaventi "veri" in questo horror artigianale (il budget è davvero "low", ma il risultato è più che discreto grazie al lavoro sugli effetti del grande Sergio Stivaletti), godibile fino all'ultimo anche se il twist finale è un po' troppo esagerato.

Comparsate a inizio pellicola per Enrico Silvestrin ed Elisabetta Rocchetti. Il film è degno di merito anche per aver battezzato l'esordio nel lungometraggio della protagonista sventurata, Daniela Virgilio (poi sarebbero arrivati "Romanzo Criminale - La serie", "Workers", "Good as you"...).

30/05/2012, 09:00

Carlo Griseri