UGO LA PIETRA, IL DISEQUILIBRISTA - L'arte, l'uomo
Ugo la Pietra pensa diverso. E' fondamentale per ogni essere umano, in particolar modo per un architetto e artista. Il suo lavoro è da sempre quello di rompere l'equilibrio delle cose e nel documentario di
Matteo Giacomelli, l'architetto milanese ripercorre le tappe del suo cammino artistico in una interessante intervista, arricchita da foto e filmati d'epoca. Cominciando dalla metà degli anni 60, La Pietra ricorda la sua esigenza di "rottura della griglia rigida attraverso manipolazioni che vivificano la struttura, superare i codici e liberarsi dei percorsi convenzionali".
Ove non fosse possibile intervenire sull'ambiente, come nelle periferie ricche di situazioni instabili e luogo ideale per l'intervento fisico a modificare lo spazio,
La Pietra ha cercato di "operare" sulla mente. "Rompere l'equilibrio psicofisico
attraverso esperienze eccezionali" Come i "caschi sonori", di cui vengono mostrate le immagini d'epoca, istallazione che offriva al pubblico la possibilità di indossare un casco dal quale si diffondesse qualcosa di inaspettato; nel caso storie pornografiche. Le espressioni della gente rendono perfettamente idea di un'esperienza desueta, inducendo pensieri e comportamenti diversi dai soliti tenuti in pubblico.
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Ugo la Pietra, il Disequilibrista" è un documentario che nasce dopo anni di realizzazione, in un contesto più ampio di narrazione dell'arte ed è stato proiettato a Roma presso l’Accademia R.U.F.A, (Rome University of Fine Arts), nell'ambito di un incontro con il protagonista, per il seminario "Oltre il costruito: Le Architetture della libertà (1964-75) tra Architettura Radicale e Arte a Partecipazione Sociale".
22/05/2012, 11:00
Stefano Amadio