HOLY MOTORS - Innovativa e debordante creatività
"Holy Motors" di Leos Carax, ritornato sulla Croisette in concorso dopo il flop di "Pola X" tredici anni fa, ha generato un terremoto che ha fatto vacillare diverse Palme già germogliate.
Il
tran tran dell’attesa della fine è stato sconvolto e i pro e i contro Carax e il suo film si sono manifestati con vigore:
"Holy Motors" non è una pellicola che lascia indifferenti, sia sul piano narrativo sia su quello dell’alchimia delle immagini, ma a parer mio - pur non essendo un capolavoro e non segnando l’alba di un nuovo cinema - è opera innovativa di debordante creatività.
Nanni Moretti e la sua giuria non avranno un compito facile né nel metterlo sull’altare delle Palme né nello sbatterlo nella polvere e dire a Carax di aspettare ancora tredici anni perché i tempi non sono ancora "maturi" per un cinema visionario come il suo.
Wait and See, come dicono gli anglosassoni godendosi le schermaglie tra gli opposti campi, è la migliore cosa fare.
"Holy Motors" narra a modo suo
le 9 incarnazioni di Monsieur Georges, che non si sa bene chi sia, in quanto è uno e centomila nel corso di una giornata parigina di appuntamenti regolati al cronometro. Per lui non esiste traffico, e gli spostamenti avvengono con la massima rapidità in quanto alla guida del suo carro dei Tespi senza attori, nel quale lui è il solo
deus ex machina, vi è l’efficiente e ieratica Céline.
Dal mendicante al romantico amante di La Samaritaine, dal clochard du Père Lachaise al padre di famiglia premuroso e affettuoso con la figlia adolescente, con il freddo e determinato assassino del banchiere… Questo è
Monsieur Georges, Fregoli 2012 dai travestimenti stupefacenti.
Perché lo faccia lo sa solo lui e senz’altro Leos Carax, regista dall’inventiva immensa e sconclusionata che irrita ed affascina. Gli spostamenti di Monsieur Georges li abbiamo visti: apprezzati o subiti secondo i nostri punti di vista e valutazione cinefile. Ora attendiamo con grande curiosità il responso della giuria che non potrà essere quello dell’indifferenza.
25/05/2012, 09:00
Martine Cristofoli