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Bavo Defurne: “Questo film è la fine ideale di un percorso”


Il regista belga col suo “North Sea Texas” ha inaugurato il festival Mix di Milano


Bavo Defurne: “Questo film è la fine ideale di un percorso”
Come nasce l'ispirazione di questo film?
Bavo Defurne:
Spesso mi hanno chiesto cosa succedeva “dopo” la fine dei miei cortometraggi. Mi sono reso conto così che erano storie che non davano molta speranza, parlano di solitudine, di isolamento...
Un giorno ho perso un treno, e mentre aspettavo ho visto la copertina di un libro (“Nooit Gaat Dit Over” di André Sollie, NdI), che mi piaceva molto: lo slogan parlava della sensazione di due ragazzi che viaggiano in motocicletta, un sentimento che non finisce mai. Leggendo il libro, quello che mi ha sorpreso è che si trattava di una storia positiva, ce ne sono così tante che trattano di odio, di solitudine: io non volevo fare un film così, anche se si tratta di tematiche attuali e toccanti, come ad esempio “I segreti di Brokeback Mountain”.

Nei tuoi corti hai sempre lavorato con attori non professionisti, come hai lavorato per questo film?
Bavo Defurne:
E' vero, per i miei cortometraggi ho sempre attori che non fossero per nulla – o quasi – professionisti.
Per “North Sea Texas” invece ho preferito lavorare con attori di mestiere, anche se forse non è corretto definire professionisti dei quattordicenni!
Abbiamo fatto un lungo casting, abbiamo visto più di 300 ragazzi. Cercavo qualcuno che avesse le attitudini giuste, e ho scelto qualcuno che fosse anche un bravo ballerino (balla da più di 6 anni!).
Il ruolo di Mathias Vergels (anch'egli ospite di Mix, NdI) è molto difficile, si tratta di un'età complicata da raccontare e ci voleva un attore che avesse una certa maturità.

Tutti i tuoi lavori sono ambientati nel passato, come mai?
Bavo Defurne:
Bella domanda! E' vero, non ci ho mai pensato... è stata una scelta istintiva, il mio intento è sempre stato quello di far vedere ciò che succede nella testa della gente, quando chiudono gli occhi. Queste cose vanno bene anche in mondi nostalgici. E poi mi sembrava bello, è più autentico!

Hai sempre raccontato, nei corti e in questo tuo esordio nel lungometraggio, delle storie con protagonisti adolescenti.
Bavo Defurne:
Ho anche altre storie da raccontare!
Questo film è un po' la fine di un percorso, la tappa finale di un periodo. Anche i finanziatori del film erano d'accordo a concepirlo come un proseguimento, in un certo senso, di un discorso iniziato con i miei primi lavori. Ora sento di poter passare ad altro.
Credo che l'adolescenza sia un periodo in cui si definisce la propria identità, e poi il primo amore non si scorda mai: magari ci dimentichiamo il settimo, o il quindicesimo, ma il primo... mai!

Sul tuo sito internet anticipi già il titolo del film su cui stai lavorando, “Souvenir”.
Bavo Defurne:
E' ancora in preparazione, stiamo cercando i finanziamenti e dobbiamo ancora fare il casting.
Ma la sceneggiatura è pronta: è la storia di una cantante che dopo aver perso al festival Eurovision contro gli ABBA smise di cantare per la delusione. Oggi lavora in un salumificio, ha 50 anni e vive nell'anonimato. Un giorno un ragazzo che lavora con lei, un boxeur diciottenne, la riconosce e le chiede di cantare a una festa della sua palestra. Affascinata dal giovane accetta, e sarà per lei l'inizio di un grande ritorno sulle scene.
Mi piace l'idea di questa storia d'amore intergenerazionale.

24/06/2012, 11:53

Carlo Griseri