POLVERE - La cocaina, gioia e dannazione (eterna)
Le premesse di "Polvere" sono interessanti, un'indagine sul mondo della cocaina dalla parte dei consumatori, con le confessioni dei perché qualcuno sia spinto a drogarsi e del come sia possibile sprofondare sempre più in un abisso (quasi) senza ritorno.
Domini e Giona sono migliori amici: il primo sogna di fare il regista e riprende tutto costantemente, il secondo è un cocainomane che cerca la bella vita e il successo facile.
Insieme si avventurano nel progetto di realizzare un film documentario interamente con telecamere nascoste, e questo li spingerà ad affrontare tutti gli aspetti di quel mondo, dal consumo allo spaccio, prima quello "lieve" poi andando a fare affari pericolosi con i pezzi grossi...
Datato 2008, il film di Massimiliano D'Epiro e Danilo Proietti è
troppo debitore di un cinema stereotipato di cui riprende in modo pedissequo le caratteristiche: dai film di Guy Ritchie a "Trainspotting" (di cui riprende anche la voce fuori campo di Christian Iansante), passando ovviamente anche per Quentin Tarantino,
"Polvere" viaggia a mille per cercare di rendere l'eccitazione da "pippata", ma spesso gira a vuoto nella ricerca di una strada "sua".
Interpreti sopra le righe e troppo "puliti" per rendere la deriva a cui porta l'abuso di coca non aiutano nell'immedesimazione, e il film diventa solo una storia di gangster e di sgarri ai delinquenti di turno che non hanno intenzione di farsi fregare.
Resta il moralismo ma si svilisce la denuncia, e "Polvere" - titolo evocativo - finisce senza lasciare traccia di sé. Occasione sprecata.
03/07/2012, 08:28
Carlo Griseri