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SCACCIAPENSIERI - Dalla Sicilia alla Yakutia


Intervista a Diego Pascal Panarello, regista del documentario in fase di lavorazione dedicato allo strumento siciliano


SCACCIAPENSIERI - Dalla Sicilia alla Yakutia
Come nasce l'interesse per lo scacciapensieri e la sua storia?
Diego Pascal Panarello:
Quando ho iniziato a suonare lo Scacciapensieri ho provato piacere e ho deciso di raccontarlo. Le vibrazioni dello strumento sono strettamente collegate alla scatola cranica e provocano un massaggio al cervello di chi lo suona. Provando questa sensazione, ho capito il perché del suo nome: Scacciapensieri. È così che ho iniziato le mie ricerche.
Da sempre lo Scacciapensieri è legato ad un immagine di mafia in Sicilia e viene venduto come souvenir ai turisti che visitano l’isola ma in pochi sanno che questo souvenir viene anche utilizzato dagli sciamani siberiani durante le loro pratiche curative.
Lo scacciapensieri esiste ovunque nel mondo e in ogni paese assume forme e nomi differenti pur rimanendo sempre lo stesso strumento. In questo piccolo pezzo di ferro che suona, secondo il mio punto di vista, è racchiusa la diversità e l’uguaglianza di tutti i popoli.
Lo Scacciapensieri ha origini preistoriche. I primi modelli erano fatti in bambù. Con l’età del ferro, i Gipsy del Rajasthan e il loro nomadismo, hanno contribuito alla diffusione dello strumento e spesso arrivano in paesi dove esisteva già. Il nome internazionale dello Scacciapensieri è Jew’s Harp, letteralmente Arpa dell’Ebreo ma in realtà non è legato alla cultura ebraica. I Gipsy venivano chiamati Ebrei in senso dispregiativo come noi oggi usiamo la parola zingaro e dunque la traduzione corretta del nome Jew’s Harp, sarebbe “Arpa dello Zingaro”.

Come si sviluppa il tuo documentario? Quale il plot?
Diego Pascal Panarello:
Il film non ha un approccio didattico e non pretende essere un’enciclopedia sull’argomento. Racconta un viaggio, il mio, alla scoperta del mondo nascosto dietro un piccolo oggetto. Inizia in Sicilia e finisce in Yakutia: la “Mecca” dello Scacciapensieri. Nel tragitto incontro i più grandi suonatori del mondo, l’inventore dello scacciapensieri elettrico, abili costruttori ed etnomusicologi che hanno speso la loro vita sulle tracce di questo strumento.
In Yakutia (Siberia) lo Scacciapensieri, è emblema di felicità e le donne ornate da scintillanti costumi lo suonano nella steppa in inni alla fertilità.
Il film non parla solo di musica e di musicisti. Si propone allo spettatore come un invito a ricercare il proprio “Scacciapensieri” nella gioia delle piccole cose, in ciò che abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi e che di rado consideriamo come antidodo alla tristezza.

A che punto siete con la lavorazione?
Diego Pascal Panarello:
Da circa 2 anni con intervalli di tempo, sto lavorando al film. Ho girato 30 ore di materiale e montato un rough-cut di 50 minuti; adesso mancano le ultime riprese in Yakutia. Ma facciamo un passo indietro. Quando ho iniziato a proporre il progetto ai produttori, non mi consideravano troppo. Sentivano che si trattava di un film sullo scacciapensieri e la cosa moriva sul nascere, perché nessuno di loro conosceva veramente lo Scacciapensieri. Per farmi ascoltare sul serio, ho dovuto partecipare a un importante evento del documentario internazionale: Documentary in Europe. In quella occasione il mio progetto è stato il più votato e ha vinto il Premio Crowdfunding 101. Poco dopo sono entrato in Co-produzione con la casa di produzione Stefilm con sede a Torino, che mi sta insegnando molto su come fare un film. Prima ero un one-man-band e basta, adesso sono un one-man-band con qualcuno che crede in me e mi supporta.

Come mai la scelta di rivolgersi al crowdfunding? Com'è la risposta della gente?
Diego Pascal Panarello:
Fare un crowdfunding non è soltanto fare una raccolta fondi, è anche un banco di prova per capire l’interesse che c’è da parte del pubblico che diventa parte del film. Fare un crowdfunding è un’esperienza coinvolgente. Devi prendere il tuo progetto, portarlo su uno scoglio alto e buttarlo a mare dove vivono tanti pesci, che se lo possono mangiare in qualsiasi momento. Se il tuo progetto riesce a sopravvivere, il crowdfunding è andato bene. Per adesso Simona Tiani, Giuseppe Di Giacomo (crowdfunders del film) ed io, abbiamo buttato il progetto in acqua e sta stringendo un sacco di amicizie con gli altri pesci. Stanno nascendo collaborazioni bellissime che diventeranno parte integrante del film. Alcuni miei amici ieri in Sicilia, per sostenere il mio viaggio in Yakutia, hanno organizzato un aperitivo i cui ricavati sono stati donati alla nostra campagna. L’idea è nata spontaneamente da loro (precisamente da un cuoco eccezionale Giuseppe Commendatore, neo papà). Io ho ricevuto un invito su FB e data la distanza tra me e loro, mi sono collegato a internet e sono rimasto a bere e suonare con loro in collegamento skype.

Prossime tappe?
Diego Pascal Panarello:
Vincere la campagna di raccolta fondi grazie a te che stai leggendo e raggiungere la Yakutia.

Pagina Indiegogo del film: http://www.indiegogo.com/JewsHarp


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29/06/2012, 09:00

Carlo Griseri