"Vera" di Francesca Melandri vince il Lampedusainfestival 2012
La quarta edizione del
LAMPEDUSAinFESTIVAL ha registrato un’importante partecipazione in termini di spettatori, a testimonianza di una forte attenzione sugli eventi proposti, che ha portato sull’isola, oltre a giornalisti e esperti del settore, un tipo di turista diverso: internazionale ed attento ai temi sociali e culturali.
I vincitori della sezione Migrazioni e Memorie
Coordinata da Archivio delle Memorie Migranti (AMM) e curata da Zakaria Mohamed, Ali Hevi Dilara, Mohamed Ba, Salvatore Billeci.
(Primo Classificato)
VERA di Francesca Melandri
Un film che, con la profondità del pensiero figlio di un ricordo drammatico dei giorni bui della storia recente dell’Occidente e che avrebbe potuto partorire un sentimento di rabbia, di odio o voglia di vendetta, si dimostra essere una voglia di riscatto rispettando ed alimentando la vita altrui, anche animale. VERA è un film che invita a non processare la storia ma ad analizzarla, capirla, condividerla ed impegnarsi evitando cosi che si ripetino gli stessi errori. La memoria, non solo collettiva ma anche individuale può essere lo zoccolo su cui costruire uno stile di vita mettendo la sacralità della vita al centro e come contorno, l’esperienza maturata nel corso degli anni. La morale è una sola. Nella vita, non si invecchia ma ci si lascia invecchiare. Film da vedere.
(Secondo Classificato) BAILAORES, di Victor Sagristà
Un film emozionante, toccante e bello che racconta la complessità delle dinamiche migratorie. Ritrovarsi in un paese straniero, non per visitarlo, non per perlustrare i suoi musei, non per gustare la cucina locale, ma per costruirti un quotidiano, cioè giorni normali, non è mai facile. Quando sei nel tuo paese, ti basta guardarti intorno per ricordare chi sei, quello che hai, quello che ti manca, il catalogo delle tue cose. Mentre quando sei altrove, non riconosci niente di tuo e non sapresti nemmeno come definirti. A volte, hai l’impressione che ci sia qualcun altro al tuo, che agisce per te. Le lacerazioni che ti tormentano vengono alleviate soltanto grazie alle espressioni artistico-culturali e, nel caso della nostra protagonista: la danza. Questo però vale finchè siamo soli ma quando nascono i figli, ci si trova a doversi confrontare con la loro identità plurima perché hanno un background diverso da quello dei genitori. Il film ci insegna che le culture mutano per dare luogo a micro e sottoculture ma non per questo meno importanti. La nostra protagonista ha ritrovato la sua via abbinando ciò che le è stata trasmessa dalla madre a quello che è il suo vissuto. Il giusto equilibrio consente poi di capire la sostanza dell’incontro: la cultura. Un uomo senza una cultura è come una zebra senza strisce.
(Menzione Speciale) DISTANCIAS di Lino Bidenes
Se la scimmia avesse avuta sugli alberi tutto quello che le serve per vivere bene, mai e poi mai sarebbe scesa per terra. Fin dai memorabili, l’essere umano si è sempre incamminato cercando di soddisfare i suoi bisogni. Tali bisogni però possono essere sia fisici sia mentali. In tanti paesi come quello della nostra protagonista, la modernità è costruita sui mattoni della velocità, asservimento al potere impossibili da allentare o da spezzare, accesso ai mezzi di trasporto, possibilità di muoversi dovunque si voglia. Questa è la nobiltà del nostro tempo, e gli altri? La risposta può anche essere quella di rimanere sul posto e lottare per non lasciar marcire i luoghi, i simboli, le memorie. La lotta passa anche attraverso la disponibilità, la condivisione, la consapevolezza e la voglia di cambiamento partendo dal proprio orticello che può essere il luogo di lavoro, la strada, i mezzi pubblici. La distanza che ci separa da coloro che sono partiti può anche non essere un limite per chi lotta sul posto ma una risorsa in più, un’apertura sul mondo esterno, il futuro. Chi non ha passato non può capire il presente e non potrà minimamente pretendere ad un futuro. Non tutte le distanze fisiche sono anche mentali…insieme si può. Così racconta Distancias. Bello.
Premio di produzione AMM in collaborazione con il Premio Gianandrea Mutti
VERA di Francesca Melandri
Per la capacità della regista di collocare in modo originale ed efficace la memoria in un racconto di vita, di relazioni, di passione.
I vincitori della sezione Democrazia
Coordinata da Movimento Giovanile Lampedusa e curata da Stefano Liberti, Costanza Ferrini, Maria Teresa De Sancitis, Mariangela Barbanente.
(Primo Classificato) MINOTAWRA: SI ESPORTA CAMBIAMENTO di Kamikairy Fares
Per la chiarezza con cui ha ricostruito la la genesi della rivoluzione tunisina seguendone gli sviluppi anche dopo la cacciata di Ben Ali. Nella scelta dei testimoni, l’autore ha tracciato un quadro articolato e non banale della realtà socio-politica tunisina, mostrandone forze e contraddizioni. MinoTawra: si esporta cambiamento disegna i tratti delle forme della nuova democrazia che prende l'avvio nelle rivolte, ma che vigila, nonostante l'esito delle elezioni, sul nuovo potere e nelle quali risalta il ruolo trainante che hanno avuto, e nonostante tutto continuano ad avere, le donne.
(Secondo Classificato)
La giuria ha ritenuto di dare ex aequo il secondo premio, dato che il valore equivalente degli altri film in concorso non permetteva una scelta univoca, ai film:
• EGITTO: UN SOGNO FUORI DAL CASSETTO di Tommaso Dradi
• I RESILIENTI di Francesco Casolo
• RIDI RIDI RIDI... UN ALTRO MONDO È POSSIBILE di Mirko Mucilli
25/07/2012, 09:17